A Los Angeles sono state assegnate le nomination dove spiccano quelle per “The Shape of Water”, che parte comunque sfavorito contro “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri” che si ferma a quota sette. Prima nomination per Christopher Nolan e otto in totale per Dunkirk, mentre le sorprese sono le quattro a “Chiamami col tuo nome ” di Luca Guadagnino e lei sei a “Phantom Thread” di Paul Thomas Anderson con Daniel Day-Lewis. Escluso per lo scandalo molestie sessuali James Franco.
La cerimonia delle nomination dei premi Oscar è sempre molto attesa in tutto il mondo dato che indicano coloro che si contenderanno la statuetta più ambita, con la prossima cerimonia del 4 marzo che si preannuncia come una delle più incerte degli ultimi anni. I pronostici della vigilia vedevano come grande favorito “The Shape of Water” di Guillermo Del Toro e sono stati rispettati: 13 nomination ad un passo dal record di “La La Land” e di “Eva contro Eva” con 14. Il film del regista messicano ha un ruolino di marcia strepitoso iniziato alla scorsa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con lo storico Leone d’Oro ad un film fantasy, mai accaduto nella storia della prestigiosa manifestazione. Nella stessa occasione aveva battuto anche “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri” e recentemente ha continuato il trend positivo portandosi a casa i prestigiosi PGA Awards e Critic’s Choice Awards. Il film di Guillermo Del Toro potrebbe mettere d’accordo tutti perché, oltre ad essere un fantasy estremamente ben realizzato, parla anche della diversità in un epoca in cui contano tantissimo i messaggi politici mandati dal film. Premiare un messicano sarebbe poi l’ennesimo smacco alla politica del presidente Donald Trump. I premi più verosimili per quest’opera sono la miglior regia a Guillermo Del Toro, la miglior colonna sonora ad Alexandre Desplat e altri riconoscimenti tecnici come la miglior scenografia. Difficile per Sally Hawkins spuntarla per la miglior attrice, anche se la sua “novella giulietta” muta innamorata del mostro ha commosso il mondo.
L’avversario numero uno, benché si sia classificato anche dietro a “Dunkirk” nel numero di candidature, con sette nomination è l’intenso “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri” di Martin McDonagh. Il film ha iniziato il suo percorso a Venezia stupendo tutti e conquistando un meritatissimo premio alla sceneggiatura, ma il vero bottino pieno è arrivato nelle ultime settimane a sorpresa: ai Golden Globes il film ha ottenuto il premio come miglior film drammatico, miglior attrice in un film drammatico, miglior attore non protagonista e miglior sceneggiatura. Un risultato incredibile e molto pesante in ottica Oscar, anche se quello più interessante si è verificato sicuramente domenica scorsa ai SAG Awards: “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri” ha fatto bottino pieno conquistando anche il prestigioso riconoscimento per il miglior cast, che equivale al premio del miglior film assegnato dalla guild degli attori, la più numerosa dell’Academy. Sono stati pochissimi i casi in cui chi ha trionfato ai SAG non ha poi portato a casa la statuetta e uno si è verificato proprio lo scorso anno con “Il Diritto di Contare”, ma era un cast interamente composto da donne afroamericane e c’era la polemica per le mancate nomination dell’anno prima. Il film di Martin McDonagh però agli Oscar combatte anche contro un dato statistico molto importante: soltanto due volte nelle 89 precedenti edizioni degli Oscar il film premiato con il miglior film non aveva ottenuto la nomination alla miglior regia, parliamo di “A Spasso con Daisy” e “Argo”. Frances McDormand ha già vinto il premio come miglior attrice, nonostante anche le altre candidate siano state strepitose e su tutte spicca la prima candidatura della carriera per un’ormai sempre più lanciatissima Margot Robbie con “I, Tonya”. Il film presentato alla Festa del Cinema di Roma potrebbe accontentarsi con Allison Janey del premio come miglior attrice non protagonista, ma anche le altre candidate sono particolarmente quotate in particolare Octavia Spencer e Leaslye Manville.
Nella sfida tra “The Shape of Water – La forma dell’acqua” e “Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri” ai prossimi Oscar potrebbe inserirsi un terzo incomodo. “Dunkirk” ha conquistato otto nomination tra cui la prima della carriera come miglior regista per Christopher Nolan. Il cineasta britannico è considerato uno dei più talentuosi autori del cinema contemporaneo e la sua ultima opera è stata definita come un capolavoro dalla maggior parte della critica, quindi avrebbe tutte le carte in regola per portarsi a casa la statuetta come miglior regia. Più verosimilmente lo troveremo a dividersi gli Oscar tecnici con “Blade Runner 2049” di Denis Villeneuve, incredibilmente escluso dalla cinquina dei migliori registi e dai nove candidati a miglior film. Dalla regia sono arrivate le grandi sorprese dato che Steven Spielberg, Ridley Scott e, purtroppo, anche Luca Guadagnino sono stati esclusi per lasciare spazio a Greta Gerwig, che è la quinta regista donna nominata nella storia degli Oscar in questa particolare categoria. Altra donna che ha fatto la storia è sicuramente Rachel Morrison, che è la prima in assoluto ad ottenere una candidatura come direttrice della fotografia per “Mundbound” prodotto da Netflix. Continuando con le sorprese, anche se qui ce lo aspettavamo dato il tribunale d’inquisizione istituito dallo show business americano, risalta l’esclusione di James Franco dalla cinquina del miglior attore protagonista dato che è stato candidato in tutta la Award Season compresi gli ultimi SAG Awards, dopo le accuse di molestie sessuali avanzate via twitter. Il suo posto è stato preso da Denzel Washington, ormai un habitué così come l’immensa Meryl Streep alla 21esima nomination della carriera per “The Post”. La vera sfida per il miglior attore però sarà tra il Winston Churchill di Gary Oldman e “il sarto” Daniel Day-Lewis, con l’incognita di un quarto Oscar conclusivo perché il geniale attore inglese ha già dichiarato che questo sarà il suo ultimo film. Poche possibilità per Timothée Chalamet per “Chiamami col tuo nome”, favorito invece per la categoria di miglior sceneggiatura non originale con James Ivory.
La storia però l’ha già fatta Luca Guadagnino che è il terzo italiano della storia ad aver diretto un lungometraggio candidato come miglior film assoluto, era accaduto solamente a Roberto Benigni con “La Vita è Bella” e Bernardo Bertolucci con “L’ultimo imperatore”. Tra i record dobbiamo inserire di diritto Christopher Plummer, che dopo aver sostituito Kevin Spacey in “Tutti i soldi del mondo” ad 88 anni diventa il più anziano ad aver mai ricevuto una nomination, ma è anche il più longevo ad averne vinto uno dato che per “Beginners” lo ricevette ad 82 anni. John Williams registra l’ennesima nomination per la miglior colonna sono di “Star Wars: Gli Ultimi Jedi”, mentre ci sarebbe da fare un appello all’Academy: il maestro Roger Deakins a 68 anni ha conquistato la sua 14esima nomination agli Oscar, considerato che un anno è stato addirittura candidato per due film senza vincerlo qualora non gli venisse assegnato neppure il prossimo 4 marzo per la tela pittorica di luci e colori realizzata per “Blade Runner 2049” potrebbero partire dei nuovi memes in stile Leonardo DiCaprio. Proprio per lo stesso film c’è anche un altro po’ d’Italia dato che Alessandra Querzola è stata candidata agli Oscar per i migliori costumi. Non ce l’ha fatta invece a bissare il successo dello scorso anno di “Suicide Squad” Alessandro Bertolazzi con “Bright” per il miglior trucco e parrucco, in cui dovrebbe vincere “L’Ora più Buia” (nominato in ben sei categorie tra cui miglior film) date le tre ore di applicazione quotidiane a cui si è sottoposto Gary Oldman per “diventare” Winston Churchill. Gli Oscar però sono anche animazione ma questa è probabilmente la nomination più scontata con “Coco” che dovrebbe regalare l’ennesimo trionfo alla Pixar, nonostante l’immenso lavoro di “Loving Vincent” che avrebbe meritato un Oscar a parte visto che è il primo film della storia interamente dipinto a mano su tela. Il 4 marzo sarà dunque un’edizione straordinaria per gli Oscar 2018, forse una delle più incerte degli ultimi anni.