Fontana di Trevi, le monetine tornano alla Caritas. Il Comune di Roma prende una decisione controversa sugli spiccioli lanciati dai turisti nel famoso monumento: sospesa la riforma che li destinava al Comune, quei fondi rimarranno a disposizione dell’ente benefico della CEI. Ma sul web, i cittadini romani non la prendono bene. Ecco che cosa è successo
La Fontana di Trevi e le sue monetine stuzzicano da sempre la fantasia dei turisti e degli appassionati d’arte. Come non ricordarsi della celebre scena di Totòtruffa ’62, quando il Principe della risata riuscì venderla ad uno sprovveduto oriundo italo-americano?
Fontana di Trevi: ecco come vengono usate le monetine raccolte
Oggi però a far discutere sono proprio quelle monetine depositate sul fondo dell’opera di Nicola Salvi. Chi ha diritto a raccoglierle? E quei soldi, di chi sono?
Fontana di Trevi, le monete vanno alla Caritas: ecco la vicenda
La questione non è assolutamente nuova, anzi. Gli incassi della fontana sono stati per molti anni messi a disposizione della Caritas che, nei periodi di alta affluenza turistica, effettua la raccolta tutte le mattine.
La giunta Raggi aveva però deciso di tagliare questo ‘finanziamento’ in favore dell’ente benefico della CEI. Secondo il progetto dell’assessore alle Politiche Sociali Laura Baldassarre, quei fondi sarebbero dovuti essere messi a disposizione del Comune a partire dal prossimo 1° aprile.
Fontana di Trevi le monete destinate alla Caritas: si parla di 1.4 milioni di euro l’anno
Ora però, anche per non causare una rottura controproducente con la Caritas, la riforma è stata sospesa fino al prossimo 31 dicembre. Quei soldi non andranno più al Campidoglio. Continueranno ad essere spesi in posti letto, cibo e vestiti, mense e centri di ascolto per senzatetto e famiglie in crisi.
La cifra è abbastanza cospicua: 1 milione e 400mila euro l’anno. Ma non tutti i romani l’hanno presa bene. Su Twitter c’è chi dice che sarebbero potuti essere spesi per rimettere a posto il manto stradale ma tanto “le voragini oramai si aprono anche nell’intelligenza di alcuni responsabili”.
E c’è chi la butta sull’ironia, dicendo che non c’è posto più sicuro del Vaticano per tenere le monetine “a riparo da chi le userebbe solo per arricchirsi”. Ancora una volta, si tratta di una questione controversa. Ma questa scelta sarà stata la cosa giusta da fare o quei soldi potevano essere davvero usati per un altro fine?