Affascinante e terribilmente umano, Hugh Grant calza gli scomodi panni del politico Jeremy Thorpe, accusato di aver tentato di uccidere il giovane amante e costretto a fare i conti con la sua vera natura

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Prendete un politico molto noto, aggiungete uno scandalo sessuale, anzi omosessuale, rincarate la dose con un omicidio e shackerate bene: questi sono gli ingredienti di A very english scandal, una serie BBC scritta da Russell T. Davies e diretta da Stephen Frears, con Hugh Grant nei panni di Jeremy Thorpe, leader del Partito Liberale Inglese negli anni ’70.

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Thorpe venne accusato di aver cercato di uccidere il suo presunto amante, Norman Scott, tramite un killer prezzolato, l’ex pilota di aerei Andrew “Gino” Newton: qualcosa però andò storto e a morire fu il cane di Scott, Rinka.

La carriera di Thorpe, che venne poi assolto nel 1979, ebbe un tracollo e lui fu costretto a dimettersi, pur riuscendo a venire a patti con la sua vera natura: va infatti ricordato che proprio nel momento dell’ascesa politica di Thorpe, anni 60, in Inghilterra c’erano leggi molto dure sull’omosessualità (che lui contribuì poi a cambiare).

La serie, in tre episodi e tratta dalla storia vera di Jeremy Thorpe, è andata in onda in estate sulla BBC ed ha anche portato alla scoperta di un fatto inedito: il presunto killer Andrew Newton ( interpretato da Blake Harrison) è in realtà ancora vivo, sotto falso nome, e risiede nel Surrey.

A very english scandal unisce giallo, sentimento e pruderie ed incornicia una prestazione magistrale di Hugh Grant, con quale ruga in più sul viso ma sempre molto affascinante.