In occasione dell'uscita dell'album 'Caramba', anticipato dal singolo 'Ore Ore' che apre la colonna sonora del film 'Beata ignoranza' con Alessandro Gassmann e Marco Giallini, per la regia di Massimiliano Bruno, abbiamo incontrato Andrea Cardillo degli Audio Magazine.

Ecco cosa ci ha raccontato:

Sappiamo che il gruppo è stato fondato da te, Kikko e Francesco: come è avvenuto l’incontro con gli altri componenti della band?

Io e Kikko ci siamo conosciuti personalmente durante la trasmissione “Saranno Famosi” nel 2001; nel 2003, con la pubblicazione del mio primo EP (“Ma dai”), ho coinvolto anche Kikko che mi ha presentato Francesco. Gli altri componenti si sono uniti subito dopo perchè Kikko e Frankie frequentavano la stessa scuola di musica qui a Roma (“PercentoMusica”) – io invece studiavo al conservatorio di Perugia – quindi Kikko ha fatto da tramite facendo incontrare me, alcuni ragazzi della scuola e anche altri amici: Enrico, un ragazzo col quale Kikko è cresciuto in Sardegna; il percussionista senegalese Lamine; e Vittorio, che studiava appunto nella loro stessa scuola di musica. Così siamo arrivati alla formazione che oggi compone gli Audio Magazine. Da lì è nato tutto: abbiamo iniziato a provare insieme per gioco, per caso, e adesso sono quasi 15 anni che suoniamo insieme.

 

Come cambia il lavoro che fate da quando riarrangiate e suonate cover a quando scrivete o suonate inediti?

Il lavoro è completamente diverso: anche riarraggiando, non puoi stravolgere la cover perchè il pubblico vuole e deve riconoscere il brano originale. Il nostro gruppo fa molti live e ha una parte ritmica importante, quindi cerchiamo di sfruttarla, magari orientandoci un po’ sui ritmi sudamericani, brasiliani, africani – e delle volte invece viriamo verso reggae, pop e rock. Sulle cover quindi ci limitiamo a porre una nostra impronta, mentre sugli inediti possiamo sfruttare l’influenza dei generi e degli autori che amiamo. Perciò soprattutto in questo album (“CARAMBA”) che abbiamo registrato fra Roma e Rio de Janeiro, sicuramente si sente molto l’influenza sudamericana ma non rimaniamo intrappolati in un genere, perchè gli Audio Magazine si fondano sulla fusione dei nostri specifici e differenti background musicali, facendo di questa varietà la nostra forza.

 

Il vostro lavoro creativo sui brani trova maggiore sbocco nei live o in studio?

Beh, non è semplice rispondere. Prediligiamo le esibizioni live: le amiamo perchè ci piace molto il contatto col pubblico – come, credo, qualsiasi tipo di artista o musicista – e nel live troviamo una grande ispirazione e soddisfazione. Però poi c’è una ricerca in studio, ci si mette a tavolino a pensare, a scrivere; e comunque non faremmo questo mestiere se non ci piacesse fare anche tutto questo con la stessa passione che mettiamo nel live. Poi il lavoro in studio per noi è particolarmente importante proprio perchè ci produciamo tutto da soli: oltre a scrivere i testi e la musica, fare le prove e registrare, facciamo da noi le riprese, ci occupiamo della fonia e della post-produzione al computer dei brani musicali. E’ un lavoro certosino e “faticoso”, ma ci stimola parecchio e ci consente di curare a 360° tutta la produzione.

 

Com’è nato il progetto di “Caramba”?

E’ nato tutto un po’ per caso. E’ stata una proposta che è arrivata da Kikko che, parlando con Max de Tomassi (conduttore del programma radiofonico “Brasil” della Rai), ha detto “Non sarebbe bello andare a fare una produzione in Brasile vista la musica che facciamo?”

C’è stato un giro di email, qualche incontro per parlarne e poco dopo ci siamo ritrovati con i biglietti in mano, pronti per volare a Rio a conoscere la produzione che si sarebbe occupata del nostro disco e i musicisti con cui avremo collaborato. E’ stato bello perchè abbiamo iniziato ad arragiare e a produrre a Roma; per completare il lavoro siamo andati a Rio dove siamo stati accolti da Rogè e dai suoi musicisti, con cui abbiamo subito instaurato un rapporto bellissimo di stima ed amicizia, anche perchè ci siamo conosciuti con gli strumenti in mano, uniti dalla nostra comune passione per la musica. L’esperienza della registrazione è stata meravigliosa. In questo album c’è pochissima post produzione, abbiamo registrato come si faceva una volta: lo studio era a due piani e sopra c’erano le tastiere, poi percussionisti in una sala, nell’altra chitarra e via dicendo… e tutti in cuffia a suonare insieme in presa diretta e questo ci ha uniti. Poi abbiamo suonato live con loro, portando un po’ di musica italiana nei locali dove suona Rogè, uno su tutti il Carioca da Gema: il risultato è stato fantastico perchè lì amano tutti la musica dal vivo, ci tengono tanto e tutti ballavano.

 

Tre parole per descrivere il cd… e perché?

Singolare, perchè è il risultato di tutte le nostre particolarità, come ci dicevamo, quindi non c’è niente di banale o ritrito al suo interno.

Vero, perchè come ho raccontato non è un “prodotto musicale”, un “taglia e incolla” tutto deciso a tavolino e poi post prodotto; lo abbiamo registrato suonandolo e questo per me è il suo grande valore aggiunto.

Desiderato, davvero, dopo 15 anni insieme lo abbiamo fortemente voluto, è un po’ “figlio” della nostra carriera, inoltre siamo davvero soddisfatti del risultato, quindi il desiderio è stato esaudito.

 

Il prossimo live?

In formazione ridotta, il 5 Marzo saremo al Blume a Roma (zona Ponte Milvio) e contemporaneamente in diretta su Radio Rai nel corso della trasmissione “Brasil” con Max de Tomassi.

 

Gli AUDIO MAGAZINE sono:

Andrea Cardillo (voce e chitarra)

Francesco Carusi (voce e tastiera)

Kikko Careddu (batteria)

Vittorio Longobardi (basso)

Enrico Sotgiu (percussioni)

Lamine Mbaye (percussioni)