Baustelle, il nuovo album è L'Amore e la Violenza: 'Due concetti uniti, nel bene e nel male'
Li avevamo lasciati a Roma Live!, il progetto uscito nel novembre del 2015 che ha ufficialmente battezzato i Baustelle introducendoli nel mondo degli album 'dal vivo', grazie alla registrazione di tre tappe romane del tour di Fantasma. Un bel progetto – anche se scherzando Francesco Bianconi lo definisce “una marchetta” – che ha permesso al trio formato da Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini di riarrangiare alcune hit in chiave sinfonica, in una sorta di summa sui generis del lavoro artistico di una vita.
Anzi, li avevamo lasciati con Lili Marleen i Baustelle, brano inedito rilasciato in free download ad ottobre del 2016: una canzone libera, non compresa in alcun album e in nessuna tracklist. Una sorta di punto e virgola, che ha anticipato il nuovo album di inediti, L’Amore e la Violenza, che ha inaugurato il 2017 dei Baustelle e dei loro ascoltatori con 12 brani nuovi di zecca, che non si muovono tanto lungo le file di un concept album, quanto sospinti dallo stesso vezzo creativo, dagli stessi stimoli.
Il primo, forse, era la voglia e la paura di scrollarsi di dosso Fantasma, un disco “ingombrante” e “con molto carattere” – come ci spiega Bianconi – che ha portato non poche soddisfazioni.
“L’ho detto varie volte ed è una mia opinione personale, per cui non so quanto conti. – commenta Francesco – ma in Fantasma ci sono alcune tra le canzoni più belle che abbiamo mai scritto. C’era un certo timore reverenziale, infatti, la paura di non riuscire a scrivere mai più cose così belle. Siamo però ragazzi scaltri (ride, ndr), non ci facciamo intimorire da nulla. Abbiamo pensato di fare tabula rasa e di avere il coraggio di andare in una direzione diversa”.
I Baustelle sono dunque andati ‘contro’ Fantasma, sfornando un disco “oscenamente pop” (cit.), per quanto Bianconi ci tenga a specificare che la firma della band – il marchio, diciamo così – resti quello di produrre “musica leggera con un approccio pesante, l’unica che mi piace”. A questo punto il cantautore ci tiene però ad approfondire il concetto, a spiegare che “musica pop non vuol dire fare le cose facili, ma avere 3-4 regole e un mare di possibilità infinito. A noi però piacciono i limiti che ti spingono nello stesso tempo a superarli. Quando ci chiedevano ‘Voi che genere fate?’, rispondevamo che facevamo la musica che non sentivamo alla radio, ma anche avremmo voluto sentire alla radio”.
Di quest’ultimo disco, quindi, è nato prima il titolo delle canzoni. Nulla di sorprendente, considerando che il titolo è L’Amore e la Violenza, una sorta di ombrello da declinare a proprio piacimento, che nel corso della storia letteraria e musicale ha avuto di certo le sue glorie.
“L’idea era quella di scrivere canzoni d’amore in un ipotetico tempo di guerra, neanche poi tanto ipotetico, perché siamo in effetti in guerra. – precisa infatti Bianconi – Il concetto è vecchio come il mondo, perché l’amore e la violenza sono sempre esistiti, anche se con diverse forme. L’amore è violenza, sono due cose legate insieme nel bene e nel male. In ogni forma di amore c'è dentro un po’ di violenza, non necessariamente brutta. Non sono termini in opposizione, ma sono in armonica commistione”.