Dal 7 giugno arriva al cinema ‘Tito e gli alini’ film di Paola Randi con uno straordinario Mastandrea. Un film italiano che non ha niente da invidiare ai superfilmoni blockbuster americani; una bella favola di fantascienza che merita assolutamente di essere vista. Ecco al nostra recensione
‘Tito e gli alieni’ la bella favola di fantascienza di Paola Randi. Interviste
Dopo essere stata presentata con successo all’ultima edizione del Torino Film Festival, arriva dal 7 giugno nelle sale cinematografiche ‘Tito e gli alieni’ la bella favola di fantascienza diretta da Paola Randi. Protagonista è uno straordinario Valerio Mastandrea nel ruolo del professore Tito e due giovani attori di cui sentiremo parlare: Chiara Stella Riccio e Luca Esposito.
Una favola di fantascienza. Così potrebbe essere definita la seconda pellicola di Paola Randi (Into Paradiso). Anzi, una bella favola di fantascienza. Uno di quei film che per contenuti non ha niente da invidiare ai superfilmoni blockbuster americani da budget 40 volte superiori a quello necessario per la produzione di questa pellicola nostrana.
Soprattutto, con un soggetto spregiudicatamente d’oltreoceano, ‘Tito e gli alieni’ da l’occasione al nostro cinema di mostrare quello che sa fa fare meglio. Ovvero, tirare fuori con poche inquadrature, brevi frasi e dei personaggi ben scritti, poetici messaggi, dolci filosofie e sentimenti genuini. Osando un po’ si potrebbe definire come un quasi surreale punto di unione tra la sci-fiction americana e il tardo neorealismo.
La squadra di attori, tutti calzanti nei loro ruoli, lavora benissimo e porta una storia a compimento e probabilmente a un imminente successo, che alla produzione sarà sembrata di primo acchito velleitaria e irrealizzabile.
‘Tito e gli alieni’ recensione: trama
La trama vuole due bambini partenopei Tito (Luca Esposito) e Anita (Chiara Stella Riccio) di 6 e 16 anni catapultati, dopo la morte del loro padre di poco successiva a quella della madre, nel deserto del Nevada nella casa/laboratorio dello zio scienziato. Lo zio, interpretato da un Valerio Mastandrea in formissima, è un collaboratore della mitica Area 51 americana. Astrofisico napoleatano e stralunato (è proprio il caso di dirlo) è in cerca di forme di vita aliene. Per fare questo si affida alle sue attrezzature grottesche quanto vintage che ricordano le recenti atmosfere anni 80 prodotte dalla serie di successo Stranger Things, con le quali si adopera alla disperata ricerca di suoni anomali e quant’altro.
Lo zio dovrà trovare un compromesso tra il proprio progetto sotto scadenza, che vedeva nel suo compimento la captazione di voci dallo spazio, e l’adozione dei ragazzini, sperduti assieme alla loro speranza di poter parlare nuovamente con il loro padre appena scomparso. Alla ormai sopraggiunta disillusione della giovane Anita si contrappone la testardaggine, tra bisogno e sogno, del piccolo Tito, che non si da per vinto nel provare a utilizzare le macchine del burbero zio per contattare il papà.
Di contorno gli altri personaggi autoctoni degli States, dall’assistente dello zio ai militari passando per la gente del villaggio nel deserto, i quali portano alla memoria gli ormai mitici cast americani dei film di Bud Spencer e Terence Hill.
‘Tito e gli alieni’ recensione: la nostra opinione
Nelle citazioni o nelle ispirazioni, da Incontri ravvicinati agli ultimi Interstellar o Contact, il film viene fuori con una propria definita personalità. Degni di nota sono un bel ritmo, una fresca fotografia e una sceneggiatura non priva di difetti ma che vengono perdonati dal risultato finale, dove, con la sua genuinità, la sua spontaneità e anche con la celebre umanità “artigianale” della migliore Italia, esce vincitore sul piano comunicativo nel confronto con i sopracitati film fantascientifici.
Da vedere assieme alla famiglia e, se non la si ha ancora, è consigliabile cercarne una al più presto.
‘Tito e gli alieni’ arriverà nelle sale cinematografiche dal 7 giugno, vi lasciamo alle nostre interviste con Valerio Mastandrea e Paola Randi