L’eruzione di un vulcano può essere particolarmente distruttiva in base all’età del vulcano stesso: ecco cosa hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Ginevra.
L’età di un vulcano potrebbe rendere una eruzione particolarmente distruttiva, dandoci indizi su quando potrebbe avvenire e su quanto pericolosa potrebbe essere. Ma cosa dicono le ricerche a riguardo?
L’età di un vulcano ci dice quanto un’eruzione può essere distruttiva
L’attività di un vulcano, lo sappiamo, è difficilissima da prevedere. Anche se costantemente monitorata, essa può offrirci soltanto indizi. Tuttavia, stando ad uno studio dell’Università di Ginevra, possiamo affermare che è possibile valutare quanto distruttiva e pericolosa può essere un’eruzione in base all’età di un vulcano.
I vulcani più vecchi, infatti, producono eruzioni meno frequenti ma più grandi e più pericolose. Ad esempio, il Monte St. Helens negli Stati Uniti ha ‘solo’ 40mila anni, e la sua ultima eruzione (nel 2008) è stata piccola e non affatto mortale.
Al contrario, Mount Toba in Indonesia ha almeno 1.2 milioni di anni di età, e la sua ultima eruzione fu apocalittica, pur risalendo a 74mila anni fa.
Perché i vulcani più vecchi causano eruzioni più distruttive?
Tutto questo avviene perché i vulcani più giovani dispongono di un serbatoio di lava più piccolo, e si trovano circondati da strati di crosta terrestre relativamente freddi, almeno rispetto ai vulcani in attività da più anni. Questi ultimi hanno un serbatoio magmatico più grande e sono circondati da rocce incandescenti.
Quando nuovo magma entra nel serbatoio, ciò fa sì che non si generi molta pressione: le rocce calde si deformano, creando nuovo spazio e permettendo un’ulteriore crescita del serbatoio stesso. Tuttavia, in tal modo il serbatoio si ingrandisce fino a che non trova uno strato di crosta relativamente più freddo.
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