Avete mai sentito parlare del Ponte maledetto di Roma? È ancora in piedi, ma la sua storia è unica
Roma è la capitale d’Italia ricca di storia e di luoghi che lasciano tutti a bocca aperta. Da tutti considerata e conosciuta come città eterna, ogni angolo racchiude in sé un significato ed emana la bellezza che conquista chiunque ne venga a conoscenza.
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Nei pressi dell’Isola Tiberina vi è un ponte rotto ancora in piedi da tutti chiamato maledetto. Scopriamo insieme il motivo di questo aggettivo qual è la storia del posto.
Roma, curiosità sul ponte maledetto: il primo in muratura della Capitale
Si trova nei pressi dell’Isola Tiberina ed è il primo ponte in muratura di Roma, la sua storia è curiosa non solo per quanto riguarda l’attribuzione di “maledetto” ma anche per la sua origine. Infatti, ancora oggi non vi è una data certa sulla sua costruzione.
Da alcuni storici, viene attribuito ai censori Marco Emilio Lepido e Marco Fulvio Nobiliore, nel 179 a.C., che ne avrebbero realizzato i piloni. Secondo le fonti riportate nei passi di Plutarco e di Tito Livio e di una raffigurazione monetale, invece, sarebbe attribuito a Manlio Emilio Lepido, intorno al 241 a.C. Nel 179 a.C. fu ricostruito per il rifacimento del vicino porto fluviale.
Soltanto nel 142 a.C. i censori Publio Cornelio Scipione Emiliano e Lucio Mummio avrebbero sostituito le arcate in muratura al passaggio in legno. Inoltre, per volere di Augusto il ponte sarebbe stato restaurato nel 12 a.C. diventando Pons Maximus.
Perché è maledetto?
La maledizione deriverebbe dal fatto che sia stato danneggiato molte volte a causa dell’irruenza del fiume. Infatti, nonostante sia stato costruito in una posizione strategica, il punto scelto dai fondatori è quello meno adatto visto la vicinanza di un’ansa che dà luogo ad una turbolenza dell’acqua viste le continue usure. Inoltre, sulla valle dell’Isola Tiberina vi è un punto in cui il fiume aumenta la forza della corrente e la velocità così da creare un tappo.
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