Arriva in Italia ‘La Professoressa Mente’ (Planet Manga), opera brutale di Akane Torikai su stupri e abusi.
La grande fabbrica dei manga italiana sta sempre più cercando di mettersi in pari con le pubblicazioni nipponiche. Un’impresa impossible (considerando l’importanza dei manga in Giappone e l’equivalente influenza in Italia), che però lentamente sta portando anche nella penisola dei veri e propri capolavori. È il caso de La Professoressa Mente, opera di Akane Torikai (traduzione di Alice Massa) pubblicata a dicembre 2022 da Planet Manga (Panini) in un irresistibile cofanetto di quattro volumi.
Un arrivo sicuramente a scoppio ritardato, considerando che in patria Sensei’s Pious Lie (titolo inglese, in giapponese 先生の白い嘘) è stato pubblicato sul magazine Monthly Morning Two (edito dalla Kodansha) tra il 2013 e il 2017. Gli otto tankōbon della serie originale sono dunque diventati quattro volumi. Al di là dei tecnicismi però la potenza della storia della mangaka appare come impassibile al tempo. Merito indubbiamente delle tematiche de La Professoressa Mente – non a caso riservato a un pubblico adulto – che tratta in modo schietto e di non facile digeribilità stupro, violenza psicologica, ricatti, abusi.
È una storia durissima quella della serie di Akane Torikai che, del resto, è sempre apparsa incline a raccontare proprio questi aspetti della società odierna (e, in particolare, di quella giapponese). Lo dimostrano i suoi altri lavori, come Saturn Return, e i suoi personaggi disegnati e narrati con un tratto quasi cinematografico. Le tavole di Akane Torikai hanno infatti il potere, all’occorrenza, di fermare il tempo o di accelerarlo. Uno strumento potentissimo soprattutto ai fini di questa particolare storia.
La Professoressa Mente, la storia di Misuzu Hara
La protagonista principale è la giovane insegnante Misuzu Hara, violentata quattro anni prima dal fidanzato della sua migliore amica e risucchiata, da allora, in un rapporto chiaramente abusivo che ne ha compromesso anche la vita quotidiana. Già dalle prime pagine, Akane Torikai ha deciso di optare per una prospettiva difficilissima e tuttora protagonista del dibattito sociale tra saggi, articoli e letture. In una società fondamentalmente maschilista e basata ancora su stereotipi e valori che oggi definiremmo datati (l’uomo padrone contro la donna docile), la mangaka si tuffa di fatto nella stessa psiche della protagonista. Mai come in questo caso, la violenza psicologica appare come più dannosa di quella fisica. Le sfumature sono però sibilline e infinite: l’autrice prova a cavalcarle nella speranza di rispondere all’annoso quesito della non ribellione: perché non dice di no?
La Professoressa Mente è, tuttavia, una storia ancora più complessa di quanto possa sembrare all’apparenza: accanto a Misuzu ruotano altri personaggi che permettono a Akane Torikai non solo di mostrarci il rapporto della protagonista con gli altri, ma anche di mettere sul tavolo diverse forme di abuso e in che modo diverse generazioni si rapportano al problema.
La figura di Niizuma, ad esempio, introduce un altro argomento spinosissimo: lo stupro subito dagli uomini e le sue altrettanto nefaste conseguenze. Mentre la migliore amica di Misuzu rappresenta la figura capace di esaudire perfettamente le aspettative sociali che gravano su ogni donna (certo, ma a che prezzo?). Infine, ed è ciò che forse rende questo manga un vero must read, l’autrice ci conduce anche per mano nella mente e nei traumi dello stupratore. E ci porta a chiederci se non sia anche il carnefice in fondo una vittima di un altro e ormai lontano aguzzino o della società stessa.
Donne, uomini e società
Centrale, in tutto il racconto, è proprio il ruolo della società nel rapportarsi ad evidenti falle a se stessa intrinseche. E qui la critica di Akane Torikai appare silenziosa ma feroce: sul ruolo della donna e su quello delle relazioni interpersonali che essa crea, c’è un diktat talmente potente che è difficile persino per chi subisce l’abuso colpevolizzare l’aggressore e non se stessa. Come scrive Moto Hagio in una post-fazione in fondo al primo volume, «la discriminazione nei confronti delle donne è così diffusa, così penetrata nella società, che non ci si fa neanche caso». E la soluzione appare essere o una ribellione (probabilmente impari) o una tacita obbedienza, di cui poi è difficile liberarsi.
«Mentre disegno – scrive Akane Torikai sull’aletta dell’originale vol. 2 – a volte mi viene da sorridere, a volte da vomitare». È probabilmente la perfetta descrizione degli stati d’animo che si provano nel leggere La Professoressa Mente, che – come tutte le opere scritte estrosamente bene – tocca corde che non sempre vorremmo pizzicare: finirete per odiare tanto i carnefici quanto le vittime in questa lenta discesa nell’infelicità degli altri, gli uni per la cattiveria e le altre per l’inerzia. Ma in fondo ad emergere è un quadro scioccante, in cui i mostri non esistono e non sono stigmatizzabili. Anzi, senza omertà e veli a coprire le ombre, resta la speranza: di mostri mai nati, di vittime mai piegate.