Dal 23 febbraio su Paramount+ arriva la serie ‘Wolf Pack’ con Sarah Michelle Gellar: la nostra videointervista.

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Sarah Michelle Gellar è tornata: da giovedì 23 febbraio arriva infatti in esclusiva su Paramount+ Wolf Pack, la nuova serie originale scritta e prodotta da Jeff Davis e dalla stessa Gellar. La serie sarà disponibile in versione originale con i sottotitoli in italiano e da giugno doppiata. Basata sulla serie di libri di Edo Van Belkom, Wolf Pack racconta la storia di un ragazzo e una ragazza adolescenti le cui vite cambiano per sempre quando un incendio in California risveglia una terrificante creatura soprannaturale e la spinge ad attaccare un ingorgo autostradale sotto le colline in fiamme. Sarah Michelle Gellar è sia attrice (interpreta l’ispettrice Kristin Ramsey) che co-produttrice esecutiva: un duplice ruolo necessario – ci dice Sarah – soprattutto in questo momento specifico della propria carriera.

«Quando ho parlato con Jeff Davis, che ha creato la serie, abbiamo discusso di cosa volesse comunicare. Perché alla fine è il motivo per cui siamo qui a parlarne. – ci dice Sarah Michelle Gellar – Mi piaceva l’idea di usare questi mostri come metafora per tutto ciò che stiamo affrontando ora, l’ansia e la solitudine. Ma anche la disconnessione: stiamo diventando socialmente e tecnologicamente connessi, ma emotivamente disconnessi. I ragazzi non sono capaci di guardarti negli occhi perché hanno sempre il telefono in mano, non sperimentano ciò che accade intorno a loro. Mi piaceva poi l’idea di trovare il tuo branco, soprattutto dopo la pandemia. Un periodo in cui il tuo branco, la tua gente sono stati quelli che ti hanno fatto andare avanti. Infine gli incendi. L’incendio su cui è basato lo show ha portato la mia famiglia a lasciare la casa, senza sapere se la casa avrebbe resistito al fuoco».

Per quanto riguarda la parte produttiva, spiega l’attrice, «per me è importante se accetto un lavoro ora per due motivi. Il primo è che questo mi permette di proteggere il materiale e di realizzare la serie come la immaginiamo. Ma mi permette anche di creare un ambiente in cui voglio stare, che mi fa essere impaziente di andare a lavoro ogni giorno. E penso che sia così anche per gli altri. Moltissimi membri della crew sono venuti da me e mi hanno detto che era il più tranquillo e rilassante set in cui avessero mai lavorato. Anche quando andavamo di corsa o lavoravamo di notte, ci sentivamo in una comunità. C’era collaborazione».

L’importanza della comunicazione sulla salute mentale

Un aspetto particolarmente incisivo della serie è indubbiamente la sua natura fantasy. Per Sarah Michelle Gellar – ormai volto inconfondibile e insostituibile di Buffy, l’Ammazzavampiri – è quasi un ritorno alle origini. In che modo – le chiediamo – raccontare storie con elementi soprannaturali può aiutare a comunicare con le nuove generazioni? «Secondo me, nel fantasy, la gente ha più voglia di ascoltarli. Ma finché si crea una connessione, non è importante il genere. – risponde – Basta che ci sia qualcuno che si connette. Ci pensavo prima, alla scena in cui Everett dice al personaggio di Bella della sua ansia. E lei non fa spallucce, ma gli dà un consiglio su come lei affronta lo stesso problema. Questo è il modo di connettersi ed è importante mostrarlo».

Proprio la salute mentale sembra essere un tema fondamentale in Wolf Pack, tanto che Sarah Michelle Gellar ci confessa di avere intenzione di creare «partnership sulla salute mentale, soprattutto per insegnare tecniche ai ragazzi. Credo che spesso, e mi ritengo colpevole nei confronti dei miei figli, liquidiamo tutto come colpa degli ormoni, ma non è così. La diffusione di informazioni nel mondo in cui vivono rende ansiosa persino me!».

Generazioni a confronto

Oltre a Sarah Michelle Gellar e a Rodrigo Santoro, il cast di Wolf Pack si compone di talenti giovanissimi: Armani Jackson, Bella Shepard, Chloe Rose Robertson e Tyler Lawrence Gray.

«Puoi chiamarli ragazzi, perché lo sono! – scherza la Gellar – Ne ho parlato con Santoro che interpreta Garrett. Ne abbiamo parlato molto perché entrambi prima eravamo i ragazzi sul set, eravamo sempre i più giovani. Tanta gente continua a dirci che abbiamo molta saggezza da insegnare a questi ragazzi. Ma è divertente il fatto che ci siamo resi conto che loro hanno molto da insegnare a noi. Ed è importante per noi imparare da loro. Da come lavorano, dalla loro energia. C’è stata una bellissima reciprocità».

Foto: Paramount+