Dovrebbe presentarsi per rispondere del reato di diffamazione: è stato citato un 50enne di Bristol di nome Robin Gunningham, sarà veramente lui?
Sarebbe un cinquantenne di Bristol di nome Robin Gunningham il vero nome dell’artista del secolo, lo stree artist che ha portato il graffito ad un livello superiore, il misterioso e inafferabile Banksy: ma sarà proprio così?
La notizia arriva da fonti piuttosto attendibili: Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, due storici dell’arte italiani grandi esperti dell’opera di Banksy, curatori di una mostra appena conclusa a Lecce proprio su di lui, si dicono certi dell’identità dell’artista inglese: tanto da aver organizzato una conferenza stampa proprio per lanciare la notizia (fonte: Corriere della Sera).
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Banksy, l’identità svelata? Le indagini dei tabloid
Notizia che arriva dal Daily Mail, celebre tabloid britannico: a costringere Banksy a gettare la maschera sarebbe la giustizia, sotto forma di una causa per diffamazione intentata dall’imprenditore Andrew Gallagher e che lo costringerebbe a recarsi in Tribunale mostrando il suo vero volto. Gallagher ha citato in giudizio Robin Gunningham, basandosi sull’identificazione che è stata fatta dal Mail on Sunday, altro tabloid, uscito additittura con una foto di Banksy/Cunningham scattata in Giamaica.
Le investigazioni del Mail on Sunday -da anni sulle tracce della vera identità dell’artista, vera primula rossa dell’arte mondiale- partono proprio da quella foto, comparsa all’improvviso quattro anni fa: nonostante le smentite da parte dell’entourage di Banksy, ci sarebbero state anche conferme. Tante le ricerche fatte dai giornalisti inglesi, che hanno battuto a tappeto il quartiere di Bristol in cui Cunningham/Bansky è nato e cresciuto, scoprendo che ha frequentato una prestigiosa scuola privata e che si è dedicato poi ai graffiti, sfuggendo diverse volte, miracolosamente, all’arresto.
Coincidenze
Il lavoro certosino dei giornalisti è stato quello di confrontare le poche dichiarazioni di Banksy con le notizie ottenute su Cunningham ed in effetti tutto sembra coincidere: periodo, esperienze, collaborazioni. C’è poi la dichiarazione di Camilla Stacey, curatrice della Here Gallery di Bristol, che ha acquistato la casa in cui Cunningham viveva da ragazzo insieme ad un coinquilino: a quanto pare in casa trovò diverse opere di Banksy, che gettò semplicemente nel cestino.
«Ho comprato la casa in cui viveva – ha dichiarato al Mail on Sunday – Aveva affittato una stanza ma penso che ci fossero stati problemi con gli inquilini e il proprietario dovette riprendersela o qualcosa del genere, quindi la stava semplicemente vendendo (…) Quando mi sono trasferita lì, il posto era coperto di graffiti e cose del genere. Ho buttato le cose nel cestino. A quel punto Banksy era semplicemente qualcuno che metteva cose in giro per Bristol. Era solo un altro artista che aveva fatto graffiti in giro per Bristol. A volte mi tiene sveglia la notte a pensarci».
Le investigazioni sono state lunghe ed hanno coinvolto anche i genitori di Gunningham, che hanno negato anche di avere un figlio: la prova provata dunque non esiste e potrebbe trattarsi dell’ennesima falsa pista, come le tante del passato.
Banksy, anni di congetture
Per anni ci si è chiesti chi si nascondesse dietro le gesta di Banksy, uno street artist sfuggente e imprevedibile: a volte si è presentato a mostre e conferenze stampa, rigorosamente in incognito, e resta celebre il momento in cui la sua opera più conosciuta, Girl with balloon, si è disintegrato davanti agli occhi increduli e atterriti dei presenti all’asta di Sotheby’s , a Londra, dopo essere stato aggiudicato per 860mila sterline.
Pochi sanno che ha anche concesso un’intervista al The Guardian, nel 2003, pretendendo ovviamente di non essere ripreso nè fotografato. Il giornalista, Simon Hattenstone, lo descrisse così: «Banksy è bianco, ventotto anni [all’epoca], stile casual trasandato – jeans, maglietta, un dente d’argento, collana d’argento e orecchino d’argento. Sembra un po’ un incrocio tra Jimmy Nail e Mike Skinners degli Streets. Chiede se può scroccare una sigaretta e ordina una Guinnes”
Ma fino ad oggi, chi si credeva fosse in realtà Banksy? Le ipotesi più accreditate vedevano in pole position Robert Del Naja frontman dei Massive Attack o l’artista svizzero Maître de Casson. C’è chi invece sosteneva che si trattasse di una donna o di un collettivo di artisti, forse sei.
Nel 2014, un sito web americano aveva identificato Banksy con Paul Horner,35enne di Liverpool, arrestato per vandalismo, cospirazione, racket e contraffazione. Notizia smentita da tutti gli interessati.
Ora resta in gioco Robin Gunningham: non resta che attendere e vedere chi si presenterà in Tribunale.