Viaggio nell’attivismo di una generazione da molti dipinta come privilegiata ma che in realtà va incontro a problemi che nel passato non sono mai stati affrontati (né risolti).
Vengono chiamati in causa spesso per le motivazioni più disparate e gli vengono appiccicate le etichette più scomode: bamboccioni, sfaticati, choosy. Ma cosa (ne) pensano davvero i giovani di oggi?
Per capirci qualcosa in più vi consigliamo il podcast La Mia Parte, giunto alla sua seconda stagione e determinato a sfatare i luoghi comuni: in collaborazione con ActionAid, il podcast di Chora offre una piattaforma ai giovani per raccontare le loro esperienze, sfide e rivendicazioni, in modo autentico e toccante.
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Il giornalista e autore Alessandro Sahebi si è immerso nel mondo della partecipazione giovanile in Italia e oltre i confini nazionali, raccogliendo le testimonianze di giovani attivisti. Attraverso quattro episodi, il podcast esplora varie tematiche, dalla lotta contro il cambiamento climatico in Tanzania all’impegno contro la violenza di genere a Roma, con il collettivo Marielle e la casa delle donne Lucha Y Siesta. La serie affronta anche la tenace lotta per i diritti della comunità LGBTQIA+ sia online che nelle piazze cittadine.
La mia parte: le sfide dei giovani di oggi
I giovani intervistati condividono le loro prospettive e riflessioni, sfatando il mito del “giovane svogliato” e dimostrando che la loro generazione affronta sfide significative, tra cui la povertà e l’incertezza sul futuro. Cercano di far sentire la propria voce e ottenere attenzione e risposte dalla politica attuale.
“La nostra generazione, secondo dati OCSE, non solo è una delle prime generazioni a essere più povera e più svantaggiata rispetto a quella precedente. Abbiamo molte meno prospettive di futuro rispetto ai nostri genitori a cui era stato promesso un certo mondo. – afferma nel primo episodio Bianca Chiesa, 21 anni e coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti – …Quando veniamo definiti in maniera un po’ paternalista, come giovani svogliati, mammoni o bamboccioni, il tema è un po’ che non abbiamo proprio i mezzi per elaborare proposta politica e soprattutto poi per avere una voce, un’attenzione e delle risposte da parte della politica attuale”.
Ogni episodio offre uno sguardo autentico e approfondito sulle sfide e le vittorie dei giovani di oggi, grazie alle preziose testimonianze di chi crede fermamente nel proprio impegno, inclusa quella di Pietro Turano, noto non solo per il suo ruolo nella serie Skam Italia, ma anche come attivista LGBT e vicepresidente di ArciGay Roma.
I primi due episodi della seconda stagione de La Mia Parte sono già disponibili su diverse piattaforme audio, inclusi Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcasts, mentre gli ultimi due lo saranno a partire da martedì 14 e 21 novembre.
Sinossi degli episodi
Ep. 1 – Incomunicabilità_
Alle ultime elezioni, il tasso di astensionismo più forte si è registrato tra chi ha tra i 18 e i 34 anni. Il 42,7% di quelli che sono considerati giovani non è andato a votare. Ma i ragazzi e le ragazze di oggi sono davvero così disinteressati alla politica? O forse è la politica che si è disinteressata ai giovani?
Ep. 2 – La crisi climatica corre, noi camminiamo_
In Tanzania il 50% della popolazione ha meno di 17 anni. È inevitabile, qui più che altrove, pensare che il futuro sia nelle mani di ragazzi e ragazze; di quelli che oggi non hanno ancora il potere, ma hanno i numeri per cambiare le cose. In questo episodio andiamo in Tanzania per capire come le nuove generazioni stanno affrontando la sfida più importante, quella contro il cambiamento climatico.
Ep. 3 – Nessuno si salva da solo _
Fro*io dimettiti: è la scritta a cui Pietro Turano, oggi attore e attivista, si è trovato di fronte a 15 anni, durante il suo mandato da rappresentante di istituto. Era il 2013, un decennio fa. Quanto è cambiato da allora? Alle nuove generazioni viene riconosciuta una capacità inclusiva senza precedenti, ma davvero possiamo metterci seduti e rilassarci? Davvero la lotta contro le discriminazioni è finita?
Ep. 4 – Io sono perché noi siamo_
I dati ci dicono che il tasso di partecipazione attiva alla vita politica è pari tra ragazzi e ragazze durante gli anni dell’adolescenza, poi cambia. Le donne iniziano a essere sempre meno presenti negli spazi pubblici in cui si fa politica o attivismo. Accade perché ancora oggi viviamo in un sistema sociale ed economico basato sull’iniquità tra i generi. Ma come possiamo pensare di costruire una società davvero democratica e inclusiva se escludiamo metà della popolazione dalla lotta?