Diversi animali sono morti, sfiancati dal caldo, trasportando turisti nelle principali città italiane: in Italia il fenomeno è ancora attivo, anche se residuale
Basta carrozze, carrozzelle e botticelle trainate da cavalli, stop a qualsiasi veicolo a trazione animale sulle strade d’Italia: è l’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) ad organizzare una raccolta firme, aperta fino al 30 aprile 2024, indirizzata al ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini.
Si può firmare online, oppure sulla pagina web del sito dell’associazione dedicata alla campagna, o attraverso il modulo che può essere stampato da chi voglia sostenere e diffondere la richiesta.
Considerando il rinnovato articolo 9 della Costituzione e la normativa che tutela il benessere degli animali, l’Oipa Italia con questa petizione chiede al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, di vietare la circolazione di veicoli a trazione animale a livello nazionale con una modifica al Codice della strada e di abolire l’art. 1 comma 2b della legge n. 21/1992, riconvertendo le carrozze trainate da cavalli in taxi o in veicoli elettrici.
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«Non sono pochi purtroppo gli incidenti che hanno causato la morte o l’infortunio di cavalli delle carrozze ed è per questo che ne chiediamo il divieto di circolazione», ricorda il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
«E anche il trattamento di questi animali ci preoccupa, poiché è difficile verificare se i cavalli siano sovraccaricati di lavoro e se abbiano riposo e cure adeguate. Alcuni Comuni hanno preso misure per regolamentare l’uso delle carrozze al fine di garantire il benessere degli animali e la sicurezza dei viaggiatori, regolamentazioni che possono includere limiti sulle ore di lavoro per i cavalli, requisiti per il riposo e per la cura veterinaria, nonché standard per la manutenzione delle carrozze stesse. Ma questo non basta: chiediamo allora, tutti insieme, che la legislazione riconsideri l’uso delle carrozze a trazione animale».
In Italia sono ormai poche decine i titolari di licenze in città come Roma, Firenze, Palermo, Messina e Pisa, tuttavia le Amministrazioni locali, senza una previsione nazionale, non possono abolirle. Lo testimonia la vicenda di Roma dove la delibera d’iniziativa popolare per l’abolizione delle “botticelle” e la loro riconversione, firmata da circa 10 mila cittadini, nel 2018 non passò per i pareri contrari dei Dipartimenti Ambiente e Mobilità poiché ritenuta in contrasto con la normativa nazionale (legge n. 21/1992).
La riconversione delle licenze delle carrozze in licenze taxi non solo sarebbe opportuna dal punto di vista etico, ma rappresenterebbe un segnale di sensibilità ecologica laddove si passasse alla trazione elettrica, così come è stato fatto nella Reggia di Caserta dove, dopo la morte tragica di un cavallo nell’agosto del 2020 per fatica e caldo, si è deciso di adottare per il trasporto dei turisti una flottiglia di golfcar. Un caso esemplare, da replicare a livello nazionale.