Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione ci racconta il progetto ‘La Buona Novella’, rilettura live dell’album di De Andrè.
È disponibile La Buona Novella (Dal vivo con Nada e Alessandro Raina) (Iceberg/Warner Music Italia), il nuovo album dei Perturbazione. Più di un nuovo album, La Buona Novella è una rilettura integrale live, originale e inedita dell’omonimo album di Faber uscito nel 1970. Un concerto commissionato alla band in occasione dei 40 anni dall’uscita de La buona novella di Fabrizio De André, dove i Perturbazione insieme a Nada, Alessandro Raina del gruppo Amor Fou, il fisarmonicista Dario Mimmo, l’attrice Paola Roman e Don Carlo Maria Scaciga si sono esibiti dal vivo. Il live fu registrato dal vivo al Teatro Civico di Varallo Sesia (VC) il 23 ottobre 2010 da Lorenzo Loz Ori e Cristiano Lo Mele, mixato da Cristiano Lo Mele, mastering di Paolo Iafelice.
«Ci siamo girati un po’ alle spalle per guardare quello che avevamo fatto in tanti anni. – ci dice Tommaso Cerasuolo – Ci siamo presi una pausa per elaborare, come tutti, gli anni complicati del Covid. Il nostro ultimo album di inediti è uscito quando stava scoppiando la pandemia. Probabilmente quel periodo ha lasciato strascichi. Volevamo lasciar sedimentare le cose, a volte ripercorrere i passi aiuta. È spuntato fuori da un cassetto questo regalo: le registrazioni del 2010 di un concerto fatto una volta sola su commissione. Le abbiamo ritrovate grazie a un amico fonico che aveva mixato i pezzi e ce li ha spediti dopo tanti anni».
La Buona Novella secondo i Perturbazione
All’epoca la scelta di Alessandro Raina e Nada derivava dalla volontà di avere «una voce più matura e la voce di una donna». «In questa storia ci sono tante donne. – dice Tommaso – Gesù è protagonista, ma è descritto attraverso i personaggi che gli ruotano intorno. E viene chiamato redentore o ciarlatano allo stesso tempo. De Andrè lascia la domanda all’ascoltatore. Noi ci siamo addentrati nella sua poetica e penso che ogni tanto il tempo sia galantuomo. Nada e Alessandro hanno riascoltato il live con piacere».
La Buona Novella, quarto album di De André del 1970 ispirato ai Vangeli apocrifi, è considerato il suo concept album più riuscito, caratterizzato da un grande impatto e spessore musicale grazie alle influenze folk e alle orchestrazioni di Gian Piero Reverberi. «Penso che De Andrè continui a parlare a tutti attraverso il tempo – commenta Tommaso – perché ha posto delle domande senza offrire dogmi. Ha lasciato all’ascoltatore la possibilità di essere empatico con i personaggi, i cui dubbi sono spesso irrisolti. Credo però che La Buona Novella sia stata in parte un’allegoria su quegli anni e sulla stagione del ’68 che si stava trasformando negli anni di piombo».
Un’allegoria potente ancora oggi? «Certo, soprattutto sui meccanismi della mistificazione del potere e di ciò che si fa a una persona che diventa personaggio. E poi è una storia narrata da tantissime donne, quando in genere viene veicolata da evangelisti maschi. Il sogno di Maria per me è una canzone incredibile perché è onirica in alcuni punti ed è irrisolta. È un viaggio dello spirito o della carne? L’idea del mistero della fede è questa, altrimenti che mistero è?».
Il lavoro in studio
Al di là dei temi, chiediamo a Tommaso come sia stato il lavoro sonoro sia per il live del 2010 che in studio oggi, a distanza di anni. «Nel tempo maturi consapevolezze. – ci dice – Ora stiamo risuonando l’album in sala prove in quattro perché vogliamo provare a suonarlo live. Abbiamo spostato per me alcune tonalità che allora, per timore reverenziale, avevamo lasciato come l’originale. Il disco di De Andrè ha orchestrazioni influenzate dalla stagione del beat fino al progressive. Dentro ci sono cose incredibili, molto cinematografiche e contemporanee per l’epoca. Direi che la seconda parte dell’album è sicuramente più perturbata, si sente di più la nostra interpretazione». Tommaso Cerasuolo ammette che, in fondo, «bisogna vivere il presente», ma che i Perturbazione «stanno bene anche fuori dal tempo».
«È un po’ che non inseguiamo tanto i numeri – precisa – È meglio farsi i propri viaggi senza andare in affanno da prestazione. È necessario vivere il proprio tempo e fare una cosa alla volta». Dopo (Dis)amore, l’ultimo album, la band ha scritto qualcosa «ma andavamo in tante direzioni diverse e nessuno sembrava contento. Non ci trovavamo col suono e la cosa migliore, in quei casi, è star fermi e ascoltare cosa sta succedendo. Ciascuno di noi lavora in tanti progetti diversi». Tommaso, nello specifico, collabora con la banda emiliana Rulli Frulli («Un progetto inclusivo con 50-60 ragazzi») e a Torino con il Coro senza Dimora. «Sono progetti che mi insegnano tanto. – conclude – I Perturbazione hanno fatto tesoro del fatto che per anni hanno corso dietro le loro chimere. Rimane forte che quel flirt nel 2014 con Sanremo e il mondo pop fosse un bel viaggio da fare. Forse però per noi era impossibile, non abbiamo quella spigliatezza smaccata e sfacciata. Ci piace lavorare dove il mondo letterario confina con quello musicale, ma questi progetti poi si accavallano. Ora è la stagione de La Buona Novella, godiamocela».
Foto di Luigi De Palma