L’Aura ci racconta il nuovo singolo ‘Pastiglie’ che rappresenta un vero e proprio ritorno per la cantautrice.
L’Aura è tornata. A distanza di sette anni dalla sua ultima uscita discografica, la cantautrice rilascia infatti il nuovo singolo Pastiglie, disponibile da venerdì 26 aprile per ADA Music Italy. Scritto da Laura Abela e Andrea Bonomo e prodotto da Simone Bertolotti, Pastiglie è in parte una novità nella discografia de L’Aura: il sound è uptempo ed elettronico, mentre il testo riflette su una condizione in parte purtroppo comune allargando i riferimenti della cantautrice.
«Il sound è al 100% merito di Simone. – ci dice L’Aura – Il demo che abbiamo fatto io e Andrea era tutta un’altra roba. Quando è arrivato, il suo trattamento mi ha spettinata! Non è rimasto niente di quello che c’era, solo dei coretti. Ha cambiato tutto, ma ha utilizzato quasi tutti synth analogici. Devo dire che è un tassello che mancava nella mia discografia, al di là del riferimento più sciocco agli anni ’80. È vero che ci sono alcune cose che possono ricordare quel mood, ma non è stata la nostra intenzione rifarci smaccatamente a quel suono. Se costruisci una cosa completamente elettronica, il riferimento principale è quello».
L’Aura: Pastiglie e il malessere dei millennials
Del resto, L’Aura precisa che in parte – insieme ad Andrea Bonomo – aveva già dato «l’impronta nella scrittura del pezzo». «Con Andrea – racconta – abbiamo fatto partire la scintilla di Pastiglie, che ha preso il via da quella parola ripetuta ossessivamente su un beat. Volevamo scrivere un brano sul tema. La parte più dark degli anni ’80 l’ho ascoltata tantissimo anche se non è uscita mai per un disco. In passato volevo farla, ma i produttori dell’epoca avevano sempre qualche dubbio. Diciamo che era un conto in sospeso». Al di là del sound, anche il tema di Pastiglie è in parte una novità. «È vero che non riesco mai a parlare di qualcosa se non riguarda me. – dice l’artista – C’è sempre un che di autobiografico. Stavolta ho puntato su esperienze passate per staccarmi un po’ da me stessa. Lavorare con altri mi ha forzato a dire Hai fatto dischi parlando delle tue cose, cerchiamo di ampliare il discorso e di raccontare cosa succede a una generazione. Non solo a te».
Cosa succede alle persone della mia generazione? è quindi la domanda da cui è partita L’Aura. «I millennials sono una generazione un po’ sfigata, secondo me. – aggiunge – Ci sono anche dei pro, ma siamo stati un po’ sfortunati. Abbiamo vissuto il peggio di tutto ciò che si poteva vivere, tra contratti di sfruttamento e stage infiniti. Abbiamo poi vissuto un mondo che è cambiato tecnologicamente: non siamo nativi digitali, ma abbiamo dovuto reinventare le nostre competenze e le capacità sotto tutti i punti di vista. Stavolta per me era importante ampliare il discorso, perché molti di noi hanno visto nuove generazioni prendere il nostro posto. Va bene, è giusto, è fisiologico, ma abbiamo ancora cose da dire». Insomma, Pastiglie è un po’ il racconto «della fragilità degli adulti, di chi ha del chilometraggio alle spalle e sente che non è sufficiente per trarre conclusioni. Io ora sono a un punto interrogativo».
L’Aura e il futuro
Di sicuro, Pastiglie dimostra che L’Aura canti sempre se stessa senza mai cedere a compromessi. «Per me non è mai stato solo un lavoro, è la mia missione. – ci dice infatti – Però c’è chi ha le condizioni per incanalare la propria passione e c’è chi non ha avuto questa possibilità. Lo dico perché non si può fare lo spiegone e negare che non tutti hanno questa opportunità. Oggi è un tema importante: bisogna cercare di capire cosa ti anima e ti muove. Se eviti di fare questo discorso per contingenza e necessità, poi è difficile riuscire a trovare la bussola. E a volte cadi in buchi neri da cui non riemergi. Le nuove generazioni fanno bene a mollare i lavori e a rifiutare i contratti, se se lo possono permettere. Bisogna lavorare per trovare ciò che ti permette di crescere come essere umano. La vita è una lotta continua, ma se lotti per qualcosa di importante ha un senso. Se invece è una lotta per qualcun altro, che lotta è?».
Ha le idee chiare L’Aura, anche se – per la prima volta – «nella vita non ho programmi fissi». «La società di oggi ci impone di essere flessibili e per me è difficile. – conclude – Però lo sto facendo. Viviamo in un mondo liquido e bisogna cercare di adattarsi. Anche se non do giudizi».