Il campione paralimpico di sci nautico Daniele Cassioli al fianco di Fondazione Laureus e Arca Fondi SGR. L’intervista.
Fondazione Laureus Italia e Arca Fondi SGR rinnovano la loro collaborazione e per il secondo anno sono al fianco di SocialOsa Overlimits. Si tratta di una squadra di basket formata da giovani con disabilità cognitive che hanno trovato proprio nello sport lo strumento per abbattere le barriere sociali e culturali. Quest’anno, al fianco dei ragazzi, c’è anche il pluripremiato campione paralimpico di sci nautico Daniele Cassioli che ha preso parte alla giornata di lancio del progetto. Occasione preziosa di incontro durante la quale Daniele ha condiviso la propria testimonianza incoraggiando i più giovani nel segno dello sport.
“Il coinvolgimento emotivo gioca un ruolo fondamentale. – ha spiegato – Aiuta le persone con disabilità a scoprire il proprio valore all’interno di dinamiche di gruppo. È importante per tutti iniziare a capire come ci si sente quando si pratica sport. Con l’inclusione non possiamo più nasconderci ed è bello che qua ci siano tante persone che hanno voglia di farsi trovare ed emergere. Siamo sempre attratti da ciò che è simile a noi, ma in realtà impariamo da ciò che è diverso”.
Sempre attento ai progetti che uniscono sport e inclusione, Cassioli ci ha poi raccontato l’orgoglio di essere Ambassador di Fondazione Laureus Italia. “Sono grato a Laureus e a tutte le persone che hanno pensato a me perché vivere questi progetti è rigenerante. Mi dà speranza e sono molto orgoglioso. Sono convinto che portare lo sport, nel modo in cui lo fa Laureus, alle organizzazioni, alle società e alle persone che vivono una fragilità è molto utile. È un valore aggiunto per tutte le famiglie, i bambini e gli allenatori che imparano a vivere dimensioni diverse di sport. E serve anche a chi lavora nelle aziende ultimamente molto esposte ai temi della diversity dell’inclusion. In questo modo possono sperimentarli, partendo da un linguaggio comune che è il linguaggio sportivo”.
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Sulla propria esperienza personale, Daniele Cassioli ha anche scritto un libro nel 2018, Il vento contro (De Agostini). “Avere il vento contro, ovvero vivere una difficoltà, mi ha sicuramente fortificato perché la difficoltà, come insegna anche lo sport”, racconta. “E mi ha anche insegnato che il vento contro non ce l’ha solo chi ha una disabilità, ma tutti noi possiamo vivere dei momenti di fatica e di fragilità. Mi ha portato a fare tante cose: banalmente, se vedessi, non avrei mai fatto sci nautico perché il mio sogno era giocare a calcio. Quindi, tante volte il vento contro porta cose che neanche immaginiamo e sicuramente, nel mio caso, mi ha portato a stringere la mia relazione con lo sport. Prima ancora della scuola e della società, è stato lo sport ad accettare Daniele. A prescindere dal fatto che non vedesse”.
Un’attitudine sempre positiva quella di Cassioli che va ben oltre la pratica sportiva. “Penso che quest’attitudine si alleni”, riflesse. “Ci si allena e ci si deve allenare a sorridere. Ovviamente ci sono dei momenti di fatica però cercare di sdrammatizzare, di prendersi in giro e non prendersi troppo sul serio per me è utile. Anzi, mi viene da dire che questa è una competenza che nel tempo ci si può abituare a vivere in prima persona anche quando sembra uno sforzo. Ti rendi conto che [sorridere] non è mai uno sforzo sprecato. Perché è vero che si fa fatica a stare bene e a essere sorridenti ma è altrettanto vero che si fa molta fatica a stare male. Quindi, tra le due, tanto vale scegliere la strada del sorriso”.
Immagini da Ufficio Stampa