La vicenda dell’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma continua a far discutere. L’intervento di Enrico Ruggeri a TV Talk, insieme alle riflessioni di Lella Costa, hanno aperto un dibattito ancora più ampio sulle implicazioni di questa decisione, sulla libertà di espressione e sul ruolo dell’industria musicale.
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Durante la trasmissione, la conduttrice Mia Ceran ha posto la seguente domanda a Enrico Ruggeri: ‘ci sono artisti come Mahmood e Mara Sattei che hanno deciso di rinunciare alla propria partecipazione al Capodanno romano in segno di solidarietà a Tony Effe, tu lo avresti fatto?’
Enrico Ruggeri ha sottolineato il peso discografico di Tony Effe: “‘Sono della stessa casa discografica, dello stesso management. Tony Effe oggi è potente, un feat con Tony Effe immagino che ti migliori di gran lunga la carriera… Vogliamo essere onesti intellettualmente? Dopo la seconda volta che io ho parlato di Covid non sono andato in televisione per 3 anni, salvo Bernardini qua, e nessuno ha elevato scudi… Perché quando annullano un concerto a Povia non succede niente? Perché non appartiene ad una multinazionale… come Morgan e come me… non c’è una possibilità di creare un blocco solidale…”
Ruggeri ha così evidenziato come le conseguenze di una censura possano variare in base al potere contrattuale dell’artista e alla sua appartenenza a una major discografica.
Lella Costa, invece, ha focalizzato l’attenzione sull’aspetto etico della vicenda: “Intanto dovrebbe prevalere il bon ton, se fai un invito poi ritiralo è brutto, ti metti nei pasticci. Secondo me la censura non è mai una buona idea, soprattutto un evento che non è televisivo, ma è un evento in piazza. Le persone scelgono e poi giudicheranno.”
Le dichiarazioni di Ruggeri e Lella Costa hanno offerto diversi punti di vista su questa complessa questione, dimostrando come il caso di Tony Effe sia destinato a far discutere a lungo.