Alla Milano Games Week & Cartoomics Takahiro Yoshimatsu ci parla di ‘Hunter x Hunter’ e dello stato del mondo dell’animazione.
A Milano Games Week & Cartoomics abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Takahiro Yoshimatsu. L’animatore ha introdotto un episodio dell’anime Hunter x Hunter durante il programma del Fantasticon Film Fest. Rinomato animatore nato nella prefettura di Osaka, Takahiro Yoshimatsu ha trascorso oltre 40 anni nel mondo dell’animazione lasciando un’impronta significativa nell’industria. Il suo nome è legato a numerose serie di successo dove ha lavorato svolgendo ruoli come direttore delle animazioni, animatore chiave e disegnatore degli storyboard. Ha lasciato il suo segno anche in serie iconiche come Dragon Ball, Hunter x Hunter, Trigun, Overlord e Slayers.
«Non mi sarei mai aspettato un affetto del genere da tutti i fan e dal pubblico italiano. – ci dice subito – Sono molto felice di essere stato invitato e ringrazio tutti quelli che sono intervenuti per farmi venire fin qui». Gli chiediamo di Hunter x Hunter e delle sfide affrontate in questo particolare progetto. «La sfida più stimolante – ci risponde – è stato il fatto di riuscire a portare avanti una serie per così tanto tempo. Poi, ecco, Hunter x Hunter ha un significato molto particolare perché ho sempre voluto lavorare a una serie tratta da un manga serializzato sul settimanale Shōnen Jump. Esserci riuscito è già qualcosa di molto stimolante per me».
Takahiro Yoshimatsu: animazione e manga
Oltre ad essere un animatore talentuoso, Yoshimatsu sensei ha anche espresso la sua creatività come mangaka, utilizzando lo pseudonimo Something Yoshimatsu. Nel 2018 ha ricevuto il Newtype Anime Award nella categoria character design per il suo eccezionale contributo in A Place Further Than the Universe. «Per quanto riguarda gli anime – commenta – tutto viene scritto da uno sceneggiatore e da un regista. Sono loro ad occuparsi maggiormente della storia. Io disegno e mi attengo agli storyboard che mi vengono dati. Ovviamente, con la mia creatività, animo le scene segnate sullo storyboard. C’è anche da dire che lavorare sui manga, senza parlare di narrazione, è un qualcosa che si può fare da soli. Il lavoro su un anime va invece fatto in gruppo, si fa insieme ad altre persone».
Gli chiediamo infine quali sono oggi le sfide principali che deve affrontare il mondo dell’animazione. «La maggiore sfida adesso – conclude – è come sopperire alla mancanza di personale. Le serie che vengono prodotte in Giappone sono molte e, con la mancanza di disegnatori e animatori, dobbiamo capire come fronteggiare il problema. Credo sia la sfida maggiore che deve affrontare in questo momento l’industria dell’animazione giapponese».
Traduzione a cura di Edoardo Serino