Dal 9 gennaio su Netflix arriva ‘Ilary’, serie in 5 episodi che segue gli eventi di ‘Unica’. La nostra intervista a Ilary Blasi.
Arriva il 9 gennaio su Netflix Ilary, la serie che – a un anno di distanza da Unica – ci introduce alla nuova vita di Ilary Blasi. Diretta da Tommaso Deboni, scritta da Romina Ronchi, Peppi Nocera con Ennio Meloni e Jacopo Ghirardelli, e prodotta da Banijay Italia, Ilary sarà un viaggio nella vita di uno dei volti più amati dello spettacolo italiano. A rendere la serie ancora più sorprendente, la partecipazione di guest star d’eccezione come Federica Sciarelli, Michelle Hunziker e Nicola Savino, che contribuiranno a creare momenti unici e inaspettati.
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In cinque episodi, Ilary ci mostra i suoi primi passi nel mondo del cinema (dove reciterà nei panni di se stessa), le sue lezioni di cucina (raggiungendo Ruben nel suo famoso terrazzo) e il lancio dal paracadute. Nella serie, Ilary Blasi arriverà a mettersi in gioco iscrivendosi all’università, così da provare a realizzare uno dei suoi più grandi sogni: diventare una criminologa.
«Sono sempre stata affascinata dall’ignoto. – ci rivela la Blasi – Mi piace mettermi alla prova. Prima era un altro tipo di vita e poi sono anche un po’ pigra, devo essere trascinata. Devo avere uno stimolo altrimenti sono casalinga e pantolofaia». Tra i vari aspetti mostratici in questi episodi, Ilary Blasi si dice particolarmente fiera di «rivedere tutte le persone a cui voglio bene in video con me». «E sono orgogliosa – aggiunge – di essermi buttata con il paracadute. Il corso di abbracci? Non credevo esistesse». Al netto delle avventure con Ilary protagonista – accompagnata a volte da Bastian – ad emergere è una sana e benefica solidarietà femminile.
«È una costante della mia vita. – dice Ilary – Siamo tre sorelle, davvero è matriarcato. Tra l’altro abbiamo tutte figlie femmine, solo il primo l’ho fatto maschio. Quando nasce un maschio nella mia famiglia è una cosa strana. Mi relaziono bene con le donne, sono cresciuta in un ambiente femminile. Ho tanti amici maschi, ma in questa serie si vede molto l’universo femminile».
E la criminologia? «È una delle sfide che mi hanno proposto. – risponde – Sono appassionata di criminologia e, quando mi hanno proposto di scegliere una facoltà, non ho avuto dubbi. Non mi sono mai laureata perché la vita mi ha portato a fare altro. Ho provato a fare un test di ingresso».