Dopo ‘Click Boom!’ del 2024, Rose Villain torna al Festival di Sanremo con il brano ‘Fuorilegge’: ecco che cosa ci ha raccontato di questa seconda partecipazione.
Rose Villain torna al Festival di Sanremo, pronta a esibirsi sul palco dell’Ariston con il brano Fuorilegge (Warner Music Italy). Una partecipazione che arriva dopo un anno straordinario in cui l’artista si è affermata sulla scena musicale scalando le classifiche fino a posizionarsi al secondo posto della Top Women Italia di Spotify. Il suo successo al Festival 2024 con Click Boom!, certificato triplo platino, ha segnato un 2024 indimenticabile. E il nuovo anno si è già aperto nel migliore dei modi con la collaborazione in Oh Mamma Mia, tratto dall’ultimo album di Guè, che ha debuttato direttamente alla #1 della Top Singoli FIMI e conquistato il pubblico, diventando virale.
Dopo il debutto nel 2024 torni anche questa volta al Festival che, appunto, lo scorso anno non ha premiato Click Boom! almeno in termini di piazzamento. Vuoi risolvere qualche conto in sospeso con Sanremo?
In realtà ero consapevole che la classifica non è necessariamente indicativa del valore della canzone o della performance. L’anno scorso sono arrivata lì praticamente da semi-sconosciuta, con dei maga big in gara. Quindi, ho accettato il mio 23° posto, che per me si è poi rivelato un nuovo numero fortunato perché, alla fine, quell’esperienza mi ha cambiato la vita. Sanremo mi ha insegnato tanto.
Per esempio?
Beh, inizialmente pensavo che la mia musica potesse risultare un po’ edgy, difficile da digerire, perché amo sperimentare e trarre ispirazione da generi diversi. Non appartengo a un genere preciso, pur rimanendo legata al pop, e questo è il mio bello. Quello che ho scoperto è che può piacere davvero a tutti, dai bambini agli adulti. Anche mio padre adesso impazzisce per la mia musica e quindi bastava semplicemente che arrivasse alle persone giuste. Tornare quest’anno significa portare una canzone che sento profondamente mia, nelle viscere. È qualcosa che rappresenta il mio sound e, cantandola, mi regala una gioia immensa. Fuorilegge è nata prima di Click Boom!, ne rappresenta forse l’antefatto e credo che chi la ascolterà capisce proprio che non può che essere di Rose. Per me questa è una grande vittoria.
La canzone Fuorilegge esplora l’amore in una fase complicata. Quanto di personale c’è in questo brano?
A me piace esplorare tutte le sfaccettature dell’amore, e in particolare mi affascinano quelle più logoranti. Quelle che ti fanno anche un po’ soffrire. Fuorilegge, in particolare, parla del desiderio, della passione iniziale che, quando non hai quella persona accanto, te la fa mancare. Per me, è quella la parte che tiene viva le relazioni, se si riesce a coltivare e mantenere. Ma ti spinge anche a fare cose fuori dalla norma, come attraversare il mondo. Questo per me è essere fuorilegge. È un tema che sento molto vicino, perché mi ricorda quando io e Andrea ci siamo conosciuti: io vivevo a New York, lui a Milano, e ricordo perfettamente quella sensazione di mancanza che ti consuma.
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Se fosse una scena di un film di Tarantino?
Direi una scena di Death Proof, con il cattivo Mike e quella macchina iconica. È un brano che sprigiona adrenalina e passione. Se dovessi invece pensare a luogo, direi l’Arizona, un luogo raccolto ma caldo, con quel fuoco poi che esce dall’asfalto.
Sono stati appena ufficializzati i duetti del venerdì, ci racconti perché hai scelto Chiello?
Chiello è il mio artista preferito, sono una sua fan sfegatata e lo adoro. Le storie che racconta arrivano dritte al cuore, anzi come un pugno in faccia, e rivelano una sensibilità unica. È un talento che, secondo me, l’Italia ancora non ha del tutto compreso. L’anno scorso ho voluto come me sul palco una leggenda del passato, quest’anno punto sulla leggenda del futuro. Insieme abbiamo scelto un brano di Lucio Battisti, che entrambi amiamo: Fiori Rosa, Fiori di Pesco ci è sembrata perfetta: è un dialogo, un bel duetto.
Con quale approccio sali questa volta sul palco dell’Ariston?
Dopo un anno come quello appena passato, c’è un po’ quella sensazione di fermarsi un attimo e chiedersi: Come posso fare meglio dell’anno scorso? E in effetti, me lo sono chiesta, mi sono anche data una risposta. Secondo me, per fare meglio, devo smettere di preoccuparmi troppo. L’anno scorso mi sono preoccupata troppo… Speravo che la gente capisse, speravo di dire la cosa giusta, speravo di fare la performance perfetta. Invece, quest’anno so che posso arrivare più lontano se prima di tutto lo faccio per me stessa e mi godo veramente la performance. Ho scelto la canzone che voglio io, quella che mi piace. E voglio andare liscia, senza pensare al giudizio altrui. Forse questa libertà mi porterà qualcosa di buono.
Quindi, tornerai soddisfatta da Sanremo se…
Tornerò soddisfatta se sarò rimasta totalmente autentica e felice della mia performance, ecco senza arrivare ventiquattresima però!
Spesso ti viene contestata una certa sessualizzazione nel tuo modo di porti anche sul palco. Ti sei abituata o questa considerazione continua a farti arrabbiare?
Mi sembra di parlare di cose semplicissime, e lo faccio con totale nonchalance, ma mi rendo conto che c’è un fraintendimento su questi temi. Un po’ come succede con il termine femminile, questa parola sembra sia una lotta contro qualcuno. E quello che mi fa arrabbiare – e credo che continuerà a farlo – è quando il mio essere artista viene sminuito solo perché sono una bella ragazza. Non vedo perché dovrei nascondermi o non andare al mare. Mostrare il mio corpo con fiducia non contraddice il mio talento. Sono una donna, mi sento potente, e voglio continuare a vivere questa consapevolezza senza che questo metta in discussione la mia professionalità. Andrò avanti tutta la vita così.
Ci racconti della tua nuova linea di make-up, good villain?
Il make-up è un sogno che coltivo fin da bambina. Mi ha sempre affascinato tantissimo e per me è sempre stato legato alla musica, al trasformismo, penso a David Bowie in primis. È un modo per esprimere se stessi e cambiare. Dopo la perdita di mia madre, poi, mi sono un po’ spaventata e ho iniziato ad avere un approccio alla vita completamente diverso, prestando maggiore attenzione alla salute e alla sostenibilità. Anche ai prodotti che mettevo in faccia, leggendo per bene tutti gli ingredienti perché volevo soltanto le cose che sapevo potessero far bene.
Il concept di clean beauty, almeno in Italia, è ancora poco noto, mentre a New York – dove ho vissuto tanto – è una realtà più grande. Quindi da italiana volevo portare quell’approccio. La mia linea è vegana, cruelty-free, made in Italy e con packaging 100%riciclabile. Ogni prodotto è pensato per essere sicuro e benefico per la pelle, con ingredienti super top, senza fragranze, senza parabeni. Ad esempio, il blush è fatto con ingredienti come farina d’avena e aloe vera. È stata una sfida imprenditoriale, ma ne sono felicissima.
Tornando alla musica, dopo New York e Giappone c’è un terzo album in arrivo? Intanto hai già annunciato una data live all’Unipol Forum di Assago.
Beh, quando mi hanno detto, Guarda che forse facciamo il Forum, ho risposto: Perfetto!. Ho tirato fuori il mood board e ho detto: Facciamo questo, avevo già fatto tutto. In realtà, ovviamente, stiamo definendo ma sogno i palazzetti da quando sono bambina. Lo show si chiama ‘The Radio Trilogy’, quindi sì, c’è una terza radio in arrivo che non è tanto lontana… Stiamo ancora mettendo i fiocchettini al lavoro però non mi farò aspettare troppo. Non posso dire altro se non che ormai siamo usciti dalle ombre e siamo finalmente sbocciati, adesso andiamo… andiamo nel firmamento!
Come ti vedi tra un anno?
Mi vedo con tre album alle spalle, soddisfatta dell’anno e in continua evoluzione verso nuovi traguardi. Mai ferma, sempre in movimento.
Immagini da Ufficio Stampa