Dal sirtaki al rap, dall’elettronica all’indie: il nuovo album di Jovanotti è una celebrazione della vita attraverso ‘Il corpo umano’. Le dichiarazioni.
È grazie la prima parola che Jovanotti pronuncia, e dedica al pubblico, in occasione della presentazione del suo nuovo album ‘Il corpo umano’, dal 31 gennaio. Un grazie che, anche a fronte della sequenza di immagini proiettate sullo schermo, arriva a suggellare definitivamente un ritorno alla musica ma anche alla vita. Rimessosi in piedi – ora è in gran forma – dopo il brutto incidente in bicicletta e le successive operazioni, Lorenzo Cherubini celebra il corpo proprio nella sua vitalità. Del resto questo ragazzo oggi più che mai può dirsi fortunato, ma di una fortuna che è determinazione, costanza, testardaggine e coraggio.
“Non voglio esagerare, ma un disco, per chi lo realizza, è davvero un pezzo di vita”, racconta Jova. “È un lavoro di gruppo, un’esplorazione, una ricerca. Di tutti i dischi che ho fatto in quasi 40 anni di carriera, questo ha un significato particolare. Per la prima volta, da quando ho iniziato, mi sono trovato a pensare che ciò che stavo facendo fosse un’ipotesi remota, quasi impossibile. Eppure, è accaduto”.
“C’è una domanda che mi è stata fatta tante volte negli ultimi mesi. – prosegue l’artista – Una domanda che mi faccio anche da solo, e cioè: Come stai? Rispondo così: Sto bene. Sto meglio di ieri e, spero, peggio di domani. Nel senso che si va avanti, e si va avanti bene. Oggi sono felice, sono grato, e pronto a condividere con voi un pezzo della mia vita, un progetto nuovo”. Si parte con il disco contenente 15 canzoni inedite e poi un tour nei palazzetti. “Ho tanta voglia di tornare ad abbracciare la mia gente, di vederla lì davanti a me, divertirci, emozionarci e crescere insieme. Ogni volta c’è anche gente nuova che si aggiunge, e questo rende tutto ancora più speciale”.
‘Il corpo umano’ di Jovanotti
Il corpo umano, dicevamo. “Fin da quando faccio dischi, il titolo è sempre stato una delle prime cose che nasceva. Anche questa volta è andata così”, racconta Jovanotti dal palco del Teatro Lirico Giorgio Gaber a Milano. “Il primo pensiero è stato che un bel titolo per un album potesse essere ‘Il corpo umano’ e subito dopo, ho immaginato la copertina”, ispirata a L’allegro chirurgo (categoria medica che, purtroppo, Cherubini ha frequentato spesso nell’ultimo biennio.
“Ma perché il titolo Il corpo umano?”, spiega lo stesso Lorenzo. “È nato dalla mia esperienza dell’ultimo anno e mezzo. È stato un periodo molto intenso, tra fisioterapia, convalescenza, ginnastica, ricadute, due operazioni, e persino un batterio che mi aveva intaccato un osso. Questo mi ha portato a una seconda operazione, otto ore in sala operatoria, durante la quale ho perso quattro litri di sangue. Mi sentivo come in un film, tipo Nato il 4 luglio. Alla fine, però, le cose si sono messe per il verso giusto: mi sono rimesso in piedi e, insieme al recupero, sono arrivate le canzoni”.
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“Scrivere è stato un processo liberatorio. Mi sono reso conto che queste nuove canzoni avevano molto a che fare con il corpo, perché spesso ci accorgiamo dell’importanza di qualcosa solo quando viene a mancare. Non avevo mai riflettuto davvero sul corpo prima di questo periodo. Per me era un veicolo scontato, un mezzo per muovermi, senza pensarci troppo. Poi, quando si è rotto, ho dovuto fermarmi e aggiustarlo, cercando di capire come funzionava, quasi come se avessi bisogno di un libretto di istruzioni. E questo mi ha portato a scoprire cose nuove: il respiro, il movimento, la capacità del corpo di guarire. È stato come riscoprire l’aria o la libertà. E ho scritto tantissimi testi, spesso accompagnato dalla chitarra. Ero immerso nell’amore, più del solito: l’amore della mia famiglia, degli amici che mi sostenevano e mi davano coraggio”.
E a questa “forza inaspettata” si è aggiunta una squadra musicale tra nuovi produttori e vecchi amici. “Con Dario Faini, Michele Canova e Federico Nardelli, ho esplorato tre mondi musicali: uno più elettronico e pianistico con Dardust, uno orientato alla creazione di sonorità innovative con Canova, e uno più indie e rock con Nardelli. È stato un viaggio creativo intenso e stimolante”.
“Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra smaterializzarsi e gran parte della nostra attenzione è costantemente altrove, magari a migliaia di chilometri di distanza. Eppure – rivendica Jovanotti – il corpo è tutto. È il nostro veicolo nel mondo, è ciò che ci rende vivi. È fragile, vulnerabile, forte. Più di ogni altra cosa, il corpo è vivo. E questo disco è un omaggio alla vita che attraversa il corpo”.
Realtà, immaginazione, ironia
E come lo è la vita, anche l’album di Jova è pieno di suoni, suggestioni, ispirazioni, riferimenti ed emozioni, luoghi reali e luoghi dell’anima. “Quanto della nostra realtà investiamo nei luoghi immaginari? E quanta immaginazione proiettiamo nei luoghi reali? Alla fine, distinguere tra luoghi reali e immaginari diventa davvero difficile”, riflette l’artista annunciato tra i superospiti di Sanremo 2025. E cita García Márquez: “rifiutava la definizione di ‘realismo magico’; diceva che il suo era realismo puro. Io racconto solo quello che vedo, sosteneva, perché la realtà è più stupefacente di qualsiasi fantasia tu possa inventare per trasformarla. Ed è vero: la realtà, così com’è, è fantastica e meravigliosa. Per questo motivo, i luoghi sono tutti reali e, al tempo stesso, tutti immaginari. Chi scrive canzoni lo sa bene. Lo vive, lo sente nel corpo”.
E a colorare la fantasia c’è il pennello dell’ironia, con cui Cherubini dipinge il suo stesso approccio alla vita. “L’allegria, l’ironia, il cazzeggio, le battute: minimizzare ciò che stai passando è una pratica fondamentale. Lo insegnano anche i grandi maestri dello spirito: riderci sopra. Una volta ho letto una frase di uno di questi sapienti che diceva: L’universo è la risata di Dio, mi è piaciuta tantissimo. È come se Dio, molto serio, a un certo punto avesse fatto qualcosa di così divertente da ridere e, ridendo, avesse creato l’universo”.
“Come fai, allora, a non provare almeno a scherzare sulle cose più tragiche che ti accadono? Non parlo di quelle che accadono agli altri—quelle non si toccano mai—ma di ciò che capita a te. Su quelle devi assolutamente tentare”. Ma come suona l’ironia? Forse una buona colonna sonora potrebbe essere proprio la titletrack. “Il corpo umano è anche di una canzone che inizialmente non volevo scrivere. Avevo già scelto il titolo per il disco, ma non pensavo che potesse esistere una canzone con quel nome: l’argomento è troppo vasto, troppo complesso. Tuttavia, alla fine, questa canzone ha preso forma, anche se non affronta l’intero tema in modo diretto”.
“C’è però un verso, l’ultimo, che è un po’ il manifesto di tutto il disco. Racchiude il senso di questo lavoro in una singola frase. È l’ultimo brano del disco, che difficilmente diventerà un singolo ma forse lo porterò dal vivo nei concerti. Lo abbiamo provato live ed è risultato potentissimo, divertentissimo, un viaggio intenso di tre minuti. Inizia come un sirtaki. Mi è venuto in mente pensando al film Zorba il greco, un capolavoro degli anni ‘50 o ‘60, tratto da un libro meraviglioso. In quel film, c’è Anthony Quinn che balla il sirtaki in una scena iconica. Per me, questa canzone è anche un obiettivo personale: voglio rimettermi in piedi e ballare il sirtaki, come un atto di rinascita, di celebrazione della vita”.
Il tour nei palazzetti
A proposito di live, Jovanotti ha già iniziato le prove per il suo PalaJova, tour che lo riporterà nei palazzetti. “Con me avrò dei musicisti incredibili, davvero pazzeschi: una band straordinaria, la più numerosa con cui io abbia mai fatto un tour. Siamo in 14 sul palco, anche con i cori. Il risultato? Un concerto che ha un impianto musicale tradizionale, se così si può dire. Mi viene in mente la E Street Band, certe sonorità della Motown, o persino Prince negli anni ’80 e ’90. Tutte cose che mi fanno impazzire. Quando verrete al palazzetto, assisterete a uno show con due ore e mezza di successi atomici, suonati dal vivo, per davvero”.
“Già durante le prove, mi sono commosso. Dicevo tra me e me: Questo è il paradiso, voglio vivere così. È stato un momento bellissimo. Non vedo l’ora di salire sul palco. Per quanto riguarda la scenografia, faremo qualcosa di simile al tour del 2018, in cui avevamo occupato i soffitti con grandi lampadari. Sarà molto più innovativo, ricercata e, credo, entusiasmante. Stiamo lavorando con un team olandese eccezionale, lo stesso che si occupa del Tomorrowland, con cui stiamo progettando e costruendo delle macchine scenografiche uniche. Sono certo che sarà una sorpresa straordinaria”.
Le date 2025:
- 4 marzo – Pesaro, Vitrifrigo Arena SOLD OUT
- 5 marzo – Pesaro, Vitrifrigo Arena SOLD OUT
- 7 marzo – Pesaro, Vitrifrigo Arena SOLD OUT
- 8 marzo – Pesaro, Vitrifrigo Arena
- 11 marzo – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 12 marzo – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 14 marzo – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 15 marzo – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 17 marzo – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 18 marzo – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 5 maggio – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 6 maggio – Milano, Unipol Forum
- 8 maggio – Milano, Unipol Forum
- 9 maggio – Milano, Unipol Forum SOLD OUT
- 12 maggio – Milano, Unipol Forum NUOVA DATA
- 13 maggio – Milano, Unipol Forum NUOVA DATA
- 20 marzo – Zurigo, Hallenstadion
- 22 marzo – Firenze, Mandela Forum SOLD OUT
- 23 marzo – Firenze, Mandela Forum SOLD OUT
- 25 marzo – Firenze, Mandela Forum
- 26 marzo – Firenze, Mandela Forum
- 28 marzo – Firenze, Mandela Forum SOLD OUT
- 29 marzo – Firenze, Mandela Forum SOLD OUT
- 31 marzo – Firenze, Mandela Forum
- 3 aprile – Casalecchio di Reno (BO), Unipol Arena
- 5 aprile – Casalecchio di Reno (BO), Unipol Arena SOLD OUT
- 6 aprile – Casalecchio di Reno (BO), Unipol Arena SOLD OUT
- 9 aprile – Torino, Inalpi Arena SOLD OUT
- 10 aprile – Torino, Inalpi Arena
- 12 aprile – Torino, Inalpi Arena SOLD OUT
- 13 aprile – Torino, Inalpi Arena SOLD OUT
- 15 aprile – Torino, Inalpi Arena
- 22 aprile – Roma, Palazzo dello Sport SOLD OUT
- 23 aprile – Roma, Palazzo dello Sport SOLD OUT
- 25 aprile – Roma, Palazzo dello Sport SOLD OUT
- 26 aprile – Roma, Palazzo dello Sport SOLD OUT
- 28 aprile – Roma, Palazzo dello Sport
- 29 aprile – Roma, Palazzo dello Sport
- 1 maggio – Roma, Palazzo dello Sport
- 2 maggio – Roma, Palazzo dello Sport SOLD OUT
- 15 maggio – Verona, Arena di Verona
- 16 maggio – Verona, Arena di Verona
- 18 maggio – Verona, Arena di Verona SOLD OUT
- 19 maggio – Verona, Arena di Verona
- 21 maggio – Verona, Arena di Verona
I biglietti sono disponibili in prevendita sui circuiti Ticketone e Ticketmaster. A Pesaro, Roma e Milano non verranno aggiunti ulteriori appuntamenti.
Immagini da Ufficio Stampa