Paolo Di Canio licenziato: sanzione corretta o ipocrisia di Sky?

E’ successo esattamente durante la presentazione dei palinsesti Sky per la stagione televisiva 2016-2017: l’annuncio ufficiale del licenziamento di Paolo Di Canio è arrivato per voce di Jacques Raynaud, executive vice president Sky Sport & Sky Media che ha spiegato alla stampa, presente al Teatro degli Arcimboldi, di aver commesso uno sbaglio. 

Alla base di un dietrofront così frettoloso, un altro errore – stavolta dell’ex calciatore della Lazio, oggi commentatore di calcio internazionale – che in un video diffuso sui social destinato a promuovere l’approfondimento sul campionato inglese che conduceva da domenica 11 settembre, si è presentato con una polo a maniche corte da cui si intravedeva chiaramente il tatuaggio DUX.

Raynaud ha preso la parola durante la conferenza stampa e ha dichiarato: “Abbiamo fatto un errore, ci scusiamo con tutti quelli di cui abbiamo urtato la sensibilità. Dopo aver parlato a lungo con Di Canio, nonostante la sua professionalità e competenza calcistica, abbiamo deciso insieme di sospendere la sua collaborazione”.

 

La fede politica di Paolo Di Canio è nota da tempo e, sebbene negli ultimi anni abbia tenuto un comportamento più consono al ruolo che ricopre, in passato diversi sono stati gli episodi controversi che gli hanno creato qualche problema in campo.

Il più famoso risale al 6 gennaio 2005 quando, in occasione della vittoria contro la Roma per 3-1, il calciatore andò sotto la curva della Lazio e deliziò i tifosi con un saluto romano che finì sulle prime pagine di tutte le testate.

Lo stesso gesto, nonostante la multa ricevuta dalla Disciplinare, venne reiterato nei match contro la Juventus, il Siena e il Livorno. La Fifa all’epoca minacciò pesanti sanzioni contro Paolo Di Canio, che si difese spiegando che il saluto romano non era da intendersi ‘contro’, ma ‘con’ qualcuno: uno modo per sottolineare la sua appartenenza e vicinanza alla curva.