Addio a Andrea Purgatori: poco tempo fa, in un’intervista, ci parlò del valore del giornalismo e dell’importanza del racconto.
È arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della scomparsa di Andrea Purgatori. Giornalista, sceneggiatore e autore, Purgatori si è spento in ospedale a Roma dopo una malattia fulminante a 70 anni. Impossibile oggi non celebrarne il lascito, che va dalle inchieste giornalistiche al cinema: si dedicò con impegno alla strage di Ustica del 1980 e ha condotto Atlantide su La7. Recentemente, ha partecipato al documentario Vatican Girl sul caso Emanuela Orlandi. Sono numerosissime tuttavia le sue opere come sceneggiatore. Tra queste, spicca Fortapàsc: il film del 2009 diretto da Marco Risi racconta la vita del giornalista Giancarlo Siani, interpretato da Libero De Rienzo.
Proprio recentemente, avevamo intervistato Andrea Purgatori in occasione della proiezione di Fortapàsc per il ProgettoABC della Regione Lazio. Nell’intervista, Purgatori commenta il ruolo del giornalista oggi, ma anche quanto sia importante raccontare storie come quella di Siani alle nuove generazioni. «Questo film è nato dalla voglia di raccontare la storia di un ragazzo diventato un eroe. – commentava Purgatori ai nostri microfoni – In realtà, faceva solo il suo lavoro da giornalista precario de Il Mattino. Essendo molto sveglio raccontava tutto. A un certo punto racconta un intrigo di camorra che lo condanna a morte. Abbiamo raccontato la vita di Giancarlo nella sua semplicità. Credeva molto in questa professione. Ancora oggi, per fortuna, attraverso i precari che hanno il coraggio di raccontare la criminalità possiamo avere informazioni su ciò che accade».
E, sulle nuove generazioni, aveva concluso: «È un film che cerca di salvare la memoria di questa storia e di questa vita. Ha una sua sostanza di impegno civile e l’idea che si possa fare il proprio lavoro con coraggio e con desiderio di raccontare. Almeno per chi vuole fare il giornalista giornalista e non il giornalista impiegato. Ai ragazzi fa capire come le scelte di una vita abbiano una sostanza importante, come possano motivare la voglia di restare in questo paese e raccontarlo. Ciascuno facendo il proprio lavoro nel modo più corretto per cambiare le cose in una società in crisi».