Anche il regista Bong Joon-ho fa parte della nuova Associazione a tutela degli artisti e contro gli errori di polizia e media.
Non si placa in Corea del Sud il dibattito intorno alla morte dell’attore Lee Sun-kyun. Un gruppo di attori, artisti e registi ha fondato un’associazione (letteralmente l’Associazione di Solidarietà degli Artisti della Cultura) che conta 29 gruppi artistici, tra cui il Busan Film Festival. L’associazione ha rilasciato una nota stampa giovedì 11 gennaio chiedendo un’indagine sulle circostanze che hanno portato alla morte di Lee Sun-kyun.
L’attore si è spento a 48 anni per un presunto suicidio, seguito a delle dure indagini sul suo conto in merito all’uso di sostanze stupefacenti. Alla nota stampa è seguita poi una conferenza, a cui ha partecipato anche il regista di Parasite Bong Joon-ho. Come scrive il Guardian, durante la conferenza la nuova Associazione ha apertamente chiesto di indagare sul modo in cui polizia e media hanno avuto un ruolo nella morte dell’interprete per evitare che simili tragedie accadano anche in futuro.
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Corea del Sud: artisti chiedono un’indagine sulla morte di Lee Sun-kyun
«Sollecitiamo – ha detto l’Associazione – un’indagine completa da parte delle autorità che accerti se ci siano o meno stati errori nel processo investigativo della polizia». Un riferimento alla fuga di notizie ai media avvenuta mentre Lee Sun-kyun era appena un soggetto da interrogare e che lo ha prevedibilmente gettato in una catastrofe mediatica. La nuova Associazione ha chiesto anche ai media (tra cui la KBS) di cancellare gli articoli che non hanno scopo giornalistico e al governo di prevedere leggi che proteggano «i diritti umani degli artisti».
Per comprendere pienamente la portata di un simile atto da parte di un’associazione culturale, va sottolineato che in Corea del Sud è frequente che gli artisti finiscano in mezzo a scandali mediatici. Questo porta spesso alla fine delle loro carriere o, addirittura, a condanne. Recentemente, c’è un forte dibattito pubblico sul potere della polizia in scandali simili e c’è persino chi sospetta siano stratagemmi per spostare l’attenzione pubblica da questioni amministrative spinose sugli idol e le celebrità. La presa di posizione di artisti e organizzazioni rappresenta quindi uno step importante in Corea, che fa seguito a un’indignazione pubblica probabilmente mai stata così forte e intensa.
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