Tra le molte preoccupazioni che riguardano l’intelligenza artificiale e il suo arrembaggio nella vita di tutti i giorni, è piuttosto sentita quella che ha a che fare con il mondo del lavoro: alcune posizioni lavorative oggi del tutto umane potranno essere rimpiazzate dalla velocissima ed efficiente AI?
I dati parlano chiaro: il mercato globale dell’AI è in continua crescita. Nel 2022 siamo passati da 93,5 miliardi di dollari a 136,6 miliardi e, secondo le proiezioni, si arriverà a toccare i 1.811,8 miliardi di dollari entro il 2030.
I robot non ci ruberanno il lavoro, anzi ne creeranno di nuovo
«Questo trend – precisa Riccardo Spada, Executive Manager di PageGroup – ha un impatto notevole a livello di occupazione perché, in questo momento, assistiamo ad una significativa scarsità di candidati qualificati per occupare tutte le posizioni vacanti nel settore dell’intelligenza artificiale. Basti pensare che a livello globale, infatti, si prevedono entro il 2025 circa 100 milioni di nuovi posti di lavoro legati proprio a questo ambito che, attraverso l’aggiornamento costante delle competenze, dovranno necessariamente essere coperti affinché le aziende non subiscano una perdita di vantaggio competitivo all’interno del proprio settore. Le posizioni più ricercate oggi sono soprattutto di Machine Learning Engineer, Data Scientist, AI Researcher, AI Engineer e AI Architect, ma il settore è in continua evoluzione ed offre notevoli opportunità di carriera e di guadagno, anche per i candidati più giovani».
Da questa analisi è quindi evidente che i robot non ci ruberanno il lavoro, ma ne creeranno probabilmente di nuovo. Il 38% delle persone si aspetta che l’intelligenza artificiale elimini completamente alcuni posti di lavoro nei prossimi tre anni. Questa visione apocalittica, però, è priva di fondamento. Certo, non possiamo negare che alcuni lavori (soprattutto quelli più di routine e ripetitivi come, ad esempio, l’inserimento di dati) potranno essere automatizzati grazie all’apporto della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, ma nessuna macchina potrà mai sostituire completamente un candidato umano che – grazie a creatività, capacità di risolvere i problemi e pensiero critico – continuerà ad essere essenziale.
L’intelligenza artificiale creerà più posti di lavoro? Il World Economic Forum ha stimato che i posti di lavoro che l’intelligenza artificiale creerà supereranno quelli che sostituirà in tutto il mondo di ben 12 milioni di posizioni. Non solo: con oltre il 77% delle aziende che già utilizzano o esplorano l’uso dell’AI, appare evidente che questo sarà sicuramente uno dei settori su cui puntare a livello lavorativo.
Le nuove specializzazioni
Dove si concentrano le maggiori opportunità? Il mercato dell’AI, come abbiamo visto, è in continua evoluzione e probabilmente, già nel corso dei prossimi mesi, nasceranno nuove opportunità. Tuttavia, se volessimo indicare i 5 ruoli che, in questo momento, sono maggiormente richiesti dalle aziende, dovremmo citare: Machine Learning Engineer, Data Scientist, AI Researcher, AI Engineer e AI Architect.
Poiché la maggior parte dei progetti di intelligenza artificiale fa molto affidamento sul Machine Learning (ML), chi è in grado di creare sistemi che apprendono e/o migliorano le performance grazie all’analisi dei dati a disposizione avrà certamente notevoli possibilità.
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Il Machine Learning Engineer è responsabile dello sviluppo, della creazione e dell’implementazione di modelli e sistemi di Machine Learning. La retribuzione media oscilla tra i 45K€ e gli 84K€ a seconda degli anni di esperienza.
Un’altra figura chiave è il Data Scientist, professionista che si occupa di sviluppare strategie per l’analisi, l’elaborazione e l’interpretazione di grandi quantità dati e di fornire indicazioni strategiche per il successo del business attraverso la creazione di modelli predittivi. A livello retributivo, ci muoviamo in un range compreso tra i 30K€ e gli 80K€.
Risolvere problemi complessi e trovare nuovi ed originali modi per creare sistemi sono due dei compiti più impegnativi per gli AI Researcher. La loro retribuzione annua lorda è molto interessante: parte dai 35K€ per i profili più junior e può arrivare fino a 75K€ per chi ha maturato più anni di esperienza.
L’AI Engineer, invece, crea e gestisce sistemi e applicazioni di intelligenza artificiale. Si occupa, inoltre, della progettazione, dell’implementazione, dell’integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale con le applicazioni esistenti e dell’ottimizzazione dei modelli di AI. A livello retributivo ci muoviamo tra i 45K€ e gli 80K€ .
L’AI Architect, infine, è responsabile della pianificazione, della progettazione e dello sviluppo di ecosistemi che facilitano una comunicazione efficace tra diverse tecnologie. La retribuzione media è indicativamente sui 60k€.
«L’occupazione in un settore in così rapida espansione – aggiunge Riccardo – porta spesso con sé diverse opportunità di crescita, flessibilità di orari e ruoli ma anche stipendi piuttosto competitivi. A causa della carenza di lavoratori qualificati, il mercato del lavoro dell’intelligenza artificiale è significativamente condizionato, molto più di altri contesti ad alta specializzazione in cui questo fenomeno è già visibile, dagli orientamenti e dalle decisioni dei candidati stessi che, forti dei loro asset di competenza prezzati al rialzo dal mercato, hanno la possibilità di negoziare con maggiore efficacia condizioni più favorevoli o pacchetti retributivi più vantaggiosi».
Fonte: PageGroup