Che cosa hanno in comune Emma, Alessandra Amoroso, Nek, Tiromancino, Club Dogo, Nina Zilli e Paola Turci? E ancora: Annalisa, Skin, Chiara Galiazzo, Paky, Rosa Chemical e Ligabue? C’è un nome che lega tutte queste voci, un occhio creativo dietro la macchina da presa. È quello di Marco Salom, regista e produttore, che ha firmato decine dei videoclip musicali più visti per i più importanti artisti della scena italiana. L’ultima fatica, Ligabue. 30 anni in un giorno, è approdata sul grande schermo raccontando il concerto evento che con cui il rocker di Correggio ha inaugurato la RCF Arena di Reggio Emilia.
Un film, quello dedicato alla grande festa del trentennale a Campovolo, che è solo il tassello più recente di una carriera che il regista ha raccontato con generosità al BAFF2023. In cattedra per una Masterclass sul videoclip musicale, Salom ha infatti dispensato consigli e aneddoti agli studenti dell’Istituto Michelangelo Antonioni a Busto Arsizio (VA). “Ho iniziato come produttore e lavorando con tanti talenti, ho cominciato ad appassionarmi alla regia fino a che, a un certo punto, ho trovato il coraggio di fare il salto”.
Del resto, il terreno del produttore e quello del regista sono confinanti e il rapporto tra essi è essenziale per la buona riuscita del prodotto finale. “È molto importante che il produttore abbia una certa sensibilità per dialogare con il regista”, e vale anche il contrario spiega Marco Salom. “Il regista deve saper rinunciare a certe scene, per esempio, a fronte del budget disponibile così come del tempo ancora a disposizione. L’affinità giusta tra regista e produttore è preziosa anche per mantenere la lucidità”.
“I videoclip sono uno sport a parte, non c’entrano niente con la pubblicità o con il cinema”, tiene a sottolineare il regista. “Per la maggior parte sono girati in un solo giorno di shooting e in quel giorno devi correre, sicuro di quello che stai facendo. Non solo, devi capire come va a volgere la giornata tenendo sempre un occhio all’orologio. Questo perché nel videoclip c’è margine per rivisitare le cose in corsa, per togliere quando non c’è tempo sufficiente o per mettere qualcosa di nuovo pensato sul momento in maniera istintiva”.
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“Ci sono cose – prosegue Salom – che nemmeno il sopralluogo ti permette di immaginare in anticipo. Quindi, istinti aperti e nessuna paura di aggiungere qualcosa anche all’ultimo se aumenta il valore creativo del video”. E questo non è certo l’unico consiglio ai giovani studenti in sala, ai quali il regista raccomanda di badare sempre al budget privilegiando la qualità alla quantità.
Razionalizzare e sperimentare
“Un buon lavoro di gruppo con una crew competente cambia le sorti del video e del regista”, ripete più volte. “A volte l’entusiasmo porta a pensare di strafare ma è più importante avere il team giusto. Meglio fare poco ma bene che tante cose diverse e ritrovarsi con una cialtronata cheap. Per esempio, i costumi sono fondamentali ma assorbono anche grandissime energie del budget. A volte basta avere l’idea giusta e razionalizzare le scelte. Consiglio di non pensare di fare cose bestiali, con mille situazioni che alla fine sono impossibili da realizzare in un giorno di set. Conta razionalizzare e creare rapporti privilegiati coi giusti reparti artistici e tecnici, dai make-up artist allo styling agli scenografi. Avere le professionalità giuste vale più di pagine e pagine di script”.
Ma il videoclip è anche terreno perfetto per la sperimentazione, “non esistono limiti – afferma il regista – si può spaziare dalla comicità alla pura estetica fino all’horror. E sperimentare serve a trovare la propria identità”. Una ricerca che richiede dedizione, tempo e sacrifico perché se lo shooting in sé dura un solo giorno, la pre e post-produzione molto di più. “I tempi sono variabili e, in alcuni casi, servono giorni per individuare la location giusta e definire tutti i dettagli. Insomma, bisogna essere pronti a giorni lavorativi intensi, non avere paura di spendersi in orari strani con giornate anche di 16 ore. Oltre a quelle di set, in cui ti spacchi in quattro”.
Per non parlare della scrittura del soggetto la cui prima ispirazione, per Salom, è quasi immediata salvo poi l’elaborazione che ne segue. “Quando sento un brano, se mi pace e mi emoziona, già al primo, massimo secondo ascolto, io vedo il video. La musica suscita le immagini. Poi te lo devi riascoltare decine di altre volte. Ma se al primo ascolto, non ti viene in mente niente significa che la canzone non ti piace”. E allora resta la tecnica.
Chi è Marco Salom
Regista, produttore, compositore. Marco Salom (Piacenza 21/03/1966) si è formato negli anni ’90 presso il gruppo FILMMASTER. Ha prodotto e/o diretto innumerevoli videoclip musicali per i più importanti artisti, Ligabue, Elisa, Skin, Jovanotti, Pino Daniele, Eros Ramazzotti, Negramaro, Guè, Marracash, Rosa Chemical per citarne alcuni, ricevendo diversi premi e riconoscimenti.
Regista riconosciuto per uno stile internazionale, elegante e visionario, si specializza nella regia e realizzazione di docufilm, spaziando in diversi ambiti, pur mantenendo un focus principale nella musica. Ha raccontato la storia del grande Chef Carlo Cracco con Cracco Confidential (Discovery Europa), il rap dei Club Dogo con Dogo in LA. E ancora, realizzato a Los Angeles e programmato su MTV, la tragedia sociale di Haiti, in rassegna nei principali festival cinematografici, Ligabue Campovolo il film 3D, ancora oggi con il più alto incasso di sempre in Italia per un docufilm musicale (Medusa/Netflix). Di recente, ha firmato l’avventura teatrale di Luca Argentero È questa la vita che sognavo da bambino (Amazon prime video).
Nel 2022, scrive, produce e dirige il docufilm Ligabue 30 anni in un giorno (Vision Distribution/Bamboo Production/Friends and Partners/Riservarossa) nelle sale cinematografiche nel marzo 2023. Un successo per la critica ed il boxoffice
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