Chi acquista fash fashion è spinto spesso dall’inclusività di questi marchi, che comportano però problemi all’ambiente: una soluzione arriva dal curvy second hand, fatto bene.

Il second hand, versione curvy, che va a riempire il vuoto lasciato dalla moda tradizionale.

Il fast fashion fa male all’ambiente, questo è un dato di fatto che anche i meno informati non possono più fingere di ignorare: il modo in cui gli abiti vengono prodotti, in molti casi da lavoratori sottopagati; la scarsa qualità che -unita al basso prezzo- porta a buttarli via velocemente e a trasformarli in rifiuti non riciclabili; il lungo percorso che questi capi fanno per arrivare dal luogo in cui sono stati prodotti fino a casa nostra (e che fanno più volte nei due sensi di marcia, grazie alla politica di reso gratuito che molti siti i fast fashion hanno). Con ancora negli occhi la gigantesca montagna di rifiuti tessili vista nel documentario Textile Mountain: The Hidden Burden of our Fashion Waste, ci chiediamo quindi cosa spinga le persone, anche le più consapevoli, ad acquistare fast fashion.

La risposta a questa domanda non è univoca ma ha una buona attendibilità. I brand fast fashion, soprattutto alcuni online come Shein, sono inclusivi. Producono linee curvy a basso prezzo, con modelli accattivanti e adatti a ragazze anche molto giovani. Qualcosa che nei negozi non si trova o si trova ad un prezzo triplicato, non adatto a tutte le tasche.

Eppi Collection, la risposta second hand alle esigenze delle donne over 44

Qui si inserisce la novità portata da Eppi Collection, realtà online di second hand per taglie curvy. Tutta italiana e fondata da Eleonora Pellegrini, esperta in marketing e comunicazione di moda e design. Si tratta di un sito dove vengono messi in vendita, a prezzi da second hand, capi di abbigliamento dalla taglia 44 alla 60, con un’esperienza di shopping divertente che mette la cliente al centro e offre tra le informazioni non solo tutte le misure di vestibilità, ma anche la possibilità di essere assistite in chat per capire come calza un determinato abito.

«Eppi Collection non è il classico profilo che condivide i capi del proprio armadio. – ha spiegato Eleonora Pellegrini – Acquisto personalmente solo da grossisti specializzati, in modo da poter controllare assieme a loro le condizioni dei capi. Rivendo solo capi in ottime condizioni, ready-to-wear. Acquistare dai grossisti, inoltre, mi permette di trattare con più concretezza sui costi in modo da offrire prezzi onesti ai miei clienti, al netto di tutto il lavoro di controllo e pubblicità che devo fare personalmente».

«Eppi Collection ha come obiettivo accogliere le esigenze di chi cerca capi second hand per taglie dalla 44 alla 60. Belli, glamour, contemporanei, in ottime condizioni, a un prezzo giusto. Il second-hand? Una delle risorse della sostenibilità dalla quale partire o da integrare per chi vuole avere un impatto più leggero sull’ambiente e sulla società. Permette di portare avanti un comportamento virtuoso senza spendere cifre esagerate, sensibilizzando le proprie abitudini fino a ridurre sempre più il ricorso – ad esempio nel mio caso – alla moda tradizionale».

Tra gli obiettivi futuri del brand, una linea maschile e pop up store in giro per l’Italia da affiancare ai negozi online.