Superskill, il potere delle competenze: nel format di Edulia la chiave per affrontare le sfide del futuro

Superskill – Il potere delle competenze” è il nuovo format gratuito educativo di Edulia dal Sapere Treccani, online da giovedì 15 febbraio 2024, su www.edulia.it/superskill: Fiorenza Sarzanini, Giovanni Floris e Linus sono i protagonisti del nuovo appuntamento.

Ospiti scelti fra le eccellenze della comunicazione nella stampa, nella tv e nella radio, che offrono le loro testimonianze video per raccontare quello che secondo loro è il “superpotere” che si è rivelato la chiave vincente per affrontare al meglio la loro carriera professionale e la loro vita.

Fiorenza Sarzanini: la superskill di un giornalista è la fonte

Fiorenza Sarzanini, vicedirettrice del Corriere della Sera, ha individuato il suo superpotere nelle fonti: “le coltivo da sempre, le rispetto e ho il loro rispetto; per me la fonte è sacra, non la tradirei mai”. Altri due elementi fondamentali per essere un buon giornalista sono a suo giudizio la capacità di ascoltare e di rispettare sempre l’interlocutore ed essere affidabile, perché è essenziale instaurare un rapporto di fiducia leale e stabile coi propri lettori. Per lei lo spirito critico è essenziale per un giornalista ma dovrebbe guidare anche i cittadini, che “devono avere spirito critico nei confronti dell’informazione, della politica, della burocrazia e di tutto quello che attiene il funzionamento della nostra vita quotidiana attraverso il Governo e lo Stato

Sulle nuove tecnologie: “Credo che se i giornali e i siti internet riuscissero a intercettare la parte buona dei social utilizzati dai ragazzi noi riusciremmo con un po’ di tempo ad avere una platea più giovane e avremmo dei giovani più formati, più consapevoli e più attivi a chiedere alle Istituzioni di avvicinarsi al loro mondo e cercare di risolvere i problemi gravi per loro”.

Giovanni Floris e la capacità di sapersi guardare da fuori

Giovanni Floris individua nella capacità di sapersi guardare da fuori l’approccio utile nell’affrontare la realtà, non solo nella professione, soprattuto “quando serve non prendermi troppo sul serio e quando serve prendere le cose seriamente”.

Un altro elemento fondamentale per lui alla base del suo lavoro è il dubbio, da applicare sia nelle proprie certezze che in quelle altrui, perché “ci sono due modi di fare il giornalista: una è dire la verità che pensi sia tale e l’altra mettere in crisi la verità che dicono gli altri, io ho scelto questo secondo metodo”. Importante anche il linguaggio utilizzato, che in un mezzo “democratico” come quello televisivo deve essere compreso da tutti, mentre ritiene fondamentale il ruolo della scuola, perché fornisce categorie e strumenti per comprendere l’informazione ed è “più importante anche del giornalismo, perché ti aiuta a capire il mondo; il giornalismo ti racconta il mondo ma se non sei stato a scuola magari abbocchi a qualcosa che vero non è”.

Linus, dal 1976 la superskill è la curiosità

È la curiosità per Linus il “superpotere” che guida la sua professione iniziata nel 1976 e non solo, qualità fondamentale per “riempire, approfondire, spiegare meglio”.

Un altro elemento distintivo è la sua voce: “Credo che l’imperfezione della mia voce sia una matrice che mi rende diverso dagli altri. (…) Questa mia voce un po’ nasale, sempre un pochino raffreddata, questo leggero accento milanese, il modo di dire e usare certe parole è sicuramente identificativo, nel lungo periodo credo che sia servito e che sia fortunato ad averla, anche se ammetto che non mi piace ascoltarmi”.

Sul tema del linguaggio, quello radiofonico ritiene debba essere “semplice, diretto, informale, a volte sopra le righe, simile a quello che può utilizzare uno stand up comedian, un comico”, consapevole che è importante comunque “sapersi adeguare al contesto”, come quando gli capita di partecipare ai CdA. Essenziale anche l’approccio alla ricerca costante dell’affinamento e del miglioramento, tra meticolosità e autodisciplina, che applica sia nella preparazione di ogni singola puntata del suo programma quotidiano “Deejay chiama Italia” sia da sportivo amatore, soprattutto nell’affrontare le maratone, unendo un’anima creativa a una più “svizzera” e precisa: “Sono un creativo, faccio il programma, gli spettacoli, decido e dirigo la parte artistica delle radio però sono anche svizzero, nel senso della precisione; ho una famiglia, due figli, continuo a mantenere la pretesa di allenarmi, da sportivo mi alleno 4 volte alla settimana e dirigo un’azienda che ha più di 200 dipendenti”.