Alla VII edizione del Festival Cinema e Ambiente Avezzano si è tenuto anche il talk di Ultima Generazione, con l’attivista Alessandro Berti. Il titolo del talk – Perché siamo l’Ultima Generazione? – è abbastanza indicativo dei contenuti discussi da Berti che, in apertura, ha spiegato proprio il nome del Movimento contro il collasso ecoclimatico. «Abbiamo scelto questo nome perché abbiamo la consapevolezza che siamo l’ultima generazione che può fare qualcosa per cambiare il futuro delle prossime generazioni. – dice Berti – Non è nulla di catastrofico. C’è da dire però che le generazioni precedenti non hanno fatto quasi niente per evitare questo collasso climatico che ora stiamo assaggiando».
«Abbiamo già i morti in Emilia Romagna, a Ischia, sulla Marmolada. – continua l’attivista – La siccità è ormai un fattore cronico: il nome deriva da questo. Chiunque percepisca la responsabilità di fare qualcosa per il futuro può tranquillamente farne parte e sostenere Ultima Generazione».
Ultima Generazione e la «narrazione sui media»
Berti parla poi del modo in cui sui media viene descritto il Movimento. «La narrazione che vedete sui media per forza di cose è tossica e sbilanciata. – precisa – Perché i media, la cultura, le forze dell’ordine sono i pilastri su cui si regge il sistema. Non lo dico io, ma Gene Sharp. L’obiettivo della disobbedienza civile non violenta è abbattere questi pilastri. Non perché vogliamo l’anarchia, ma perché vogliamo una società più equa e che abbia una probabilità di discussione distribuita tra tutti i cittadini. A dicembre 2021 abbiamo proposto, ad esempio, l’Assemblea dei Cittadini. Uno strumento di democrazia partecipativa diffuso e utilizzato nel mondo negli ultimi 15 anni e che dà potere decisionale a chi vive il territorio. La democrazia rappresentativa è in netta crisi e l’astensionismo lo dimostra».