Abbiamo ormai fatto tutti (o quasi) la conoscenza con Chat GPT, l’amichevole chatbot di quartiere basato sull’Intelligenza Artificiale, gratuito, servizievole e brillante, programmato per rispondere a qualsiasi quesito grazie ad un sofisticato modello di machine learning che apprende in modo automatico. Per quanto ne sapete, anche questo testo potrebbe essere stato realizzato tramite Chat GBT: scrivere brevi testi su un argomento “X” è uno dei suoi assi nella manica, il che lo rende il miglior amico degli studenti di ogni ordine e grado.
LEGGI ANCHE – Riscrivere i romanzi significa rinnegare il passato
Chat GPT ci somiglia parecchio e questo non è un bene: si mimetizza, potrebbe sembrare un essere umano e questo comporta una serie di ricadute spiacevoli, da quelle ovvie a quelle meno. E’ scontato che diventi uno strumento potente nelle mani di malintenzionati virtuali: invece di una mail sgrammaticata che vi chiede di collegarvi alla vostra banca per sbloccare i fondi di un principe arabo che poi vi ricompenserà profumatamente, potreste vedervi recapitare un testo assolutamente credibile che fa leva su informazioni che -volontariamente o meno- avete seminato in giro per il web. Come a dire il fishing 3.0. E’ anche molto semplice per Chat GPT creare testi dettagliati, pseudo scientifici, su una miriade di argomenti (su tutto lo scibile) e seminarli sul web come prove di qualunque complotto si voglia avvalorare, per i motivi più diversi.
E questi sono solo alcuni dei rischi più concreti, già scoperti ed analizzati: NewsGuard – l’organizzazione che si occupa di vigilare sulla correttezza dell’informazione a livello globale – ha già fatto presente l’impatto non trascurabile di Chat GPT sulla diffusione di fake news, nonostante gli sviluppatori si stiano già adoperando per dotare lo strumento di una sorta di filtro che lo immunizzi dalle fonti non raccomandabili.
Il problema di Chat GPT e dei suoi fratelli (è la più conosciuta ma non è l’unica applicazione di questo tipo) lo ribadiamo, è che ci somiglia troppo, ma non riesce ad essere noi: possiamo delegargli dei compiti intellettuali, ma a nostro rischio e pericolo. Ne perderemmo in qualità e in originalità, rischiando di veicolare informazioni sbagliate, facilmente intercettabili da qualunque essere umano sveglio (ad esempio, un professore che legge le tesine dei suoi studenti). In questi tempi di analfabetismo funzionale ahimè dilagante, l’unico reale vantaggio di Chat GPT è quello di scrivere in italiano perfetto.
Allora, in definitiva, per cosa è giusto utilizzare Chat GPT e simili?
Teniamo presente che questo tipo di AI è ancora in boccio: verrà migliorata e implementata e anche la scienza potrà beneficiarne, ad esempio utilizzando la sua velocità di raccolta e analisi dei dati. Il segreto per usare al meglio questi intelligentissimi chatbot è forse proprio questo: continuare ad utilizzarli come assistenti di quello che è uno strumento ancora senza uguali nel mondo, il nostro cervello. Anche perchè le storie di Isaac Asimov non sono state certo scritte con Chat GPT.