Dalla valletta del mago Carmelo in Bang Bang Baby alla spietata Emanuelle di Do Ut Des: intervista a Beatrice Schiaffino
Teatro, cinema, televisione: Beatrice Schiaffino è un’attrice poliedrica e straordinaria, che in Do Ut Des (film nelle sale dal 4 maggio) interpreta una donna in cerca della sua vendetta e disposta a tutto pur di ottenerla.
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Il film, che vede alla regia di Monica Carpanese e Dario Germani, è un revenge movie psicologico contro la violenza di genere. Abbiamo raggiunto Beatrice Schiaffino e con lei abbiamo parlato del film, della sua Emanuelle e di cosa rappresenti per le lei la recitazione.
«Do Ut Des è un film molto intenso con dei risvolti crudi e belli tosti. È un revenge movie al femminile, una storia che vuole raccontare anche la violenza di genere, denunciandola in un modo diverso dalle modalità classiche.»
La storia trae ispirazione da fatti purtroppo realmente accaduti e poi si muove su una linea narrativa più di fantasia. In questa narrazione si colloca Emanuelle (Beatrice Schiaffino) una scrittrice di successo spregiudicata e in cerca di vendetta. Un personaggio ombroso, in totale contrasto con la grande solarità che contraddistingue Schiaffino.
«Sono estremamente grata ai registi e ai produttori per avermi affidato questo ruolo. È stata una bella esperienza e una bella sfida. Si tratta di un ruolo molto ambivalente: Emanuelle è una scrittrice di successo, una donna molto intelligente e usa la sua bellezza come una vera e propria arma di seduzione. Nasconde un forte dolore, una grande ferita che la porta ad una grande rabbia interiore che la porterà al desiderio di farsi giustizia da sé.»
Un ruolo quello in Do Ut Des che ha permesso all’attrice di compiere un viaggio attraverso sentimenti scuri e scomodi.
«Affrontare alcuni aspetti di Emanuelle non è stato facile. Lei era la sua vendetta perché spinta dal dolore e dalla sofferenza che prova. Ma la vendetta è sempre un atto violento, quindi interpretarlo non è stato per me banale. È stata l’occasione per scavare e affrontare anche i lati più oscuri, quelli che di solito nascondiamo o che in qualche modo mitighiamo.»
Un viaggio interessante e per certi aspetti catartico, raconta l’attrice.
«Mi sono accorta di aver dato apertura e sfogo a quella rabbia, a quella frustrazione che ho dentro (e non credo di essere la sola) rispetto alle ingiustizie rispetto a quello che le donne in generale vivono ancora oggi.»
Un ruolo che nonostante la sfida le ha lasciato molto.
«Il film non giudica, ma anzi chiama lo spettatore in causa e lo porta a chiedersi: fino a che punto una persona è giustificata a reagire perché è vittima, e fino a che punto uno è vittima e l’altro carnefice? Dov’è il confine? Emanuelle si muove proprio sul quel confine e diventa per me un’occasione interessante di indagine. Questo ruolo mi ha lasciato tantissimo e mi ha anche liberata in qualche modo. Attraversare questi personaggi aiuta ad elaborare delle parti che a volte uno nega o elabora diversamente. E questa è una bellissima occasione che il cinema il mio lavoro come attrice e l’arte in generale da.»
Una passione quella per la recitazione nata fin da piccola, e che l’ha portata a lasciare la sua Liguria per studiare a Roma e che le sta regalando tante soddisfazioni. Ma c’è un ruolo che spera di interpretare prima o poi?
«Ad essere sincera negli ultimi 2 -3 anni mi sto divertendo molto e sto avendo molte soddisfazioni; a teatro ad esempio ho dato spazio ad un personaggio completamente diverso da me. Sono la Papessa Giovanna, a metà tra storia e leggenda. In scena mi permetto di essere un uomo, mi trasformo; un lavoro bellissimo e completamente diverso da quello fatto per Emanuelle. Forse mi piacerebbe fare un altro ruolo da cattiva, in cui essere ancora più cattiva perché sono una persona estremamente solare sempre sorridente nella vita di tutti e giorni e poter indagare anche la parte più oscura lo trovo molto divertente e affascinante. Forse proprio perché nella mia vita la sento meno. Al tempo stesso è da un po’ che non interpreto invece ruoli divertenti di commedie che a volte mi hanno sorpresa piacevolmentE. La verità è che mi piace sperimentare e misurarmi con cose nuove e lontane da me. Sono stata la Valletta del mago Carmelo tutta lustrini e paillettes in Bang Bang baby, e poi c’è Emanuelle, la Papessa.. nel prossimo spettacolo che porterò in scena l’anno prossimo sarò la Contessa di Castiglione (lo spettacolo si chiamerà L’Imperatrice), un personaggio stupendo e completamente diverso da quelli che ho fatto fino ad ora. Mi piace poter esplorare e quindi la cosa che spero e che mi auguro è che io riesca sempre a divertirmi e a perdermi con i ruoli che mi vengono proposti, di riuscire a scavare in qualche modo sempre dentro di loro e a scoprire così anche nuove cose di me.»
Foto: ufficio stampa Flat Parioli