Sul red carpet della Festa del Cinema di Roma sfilano i protagonisti di Avetrana – Qui non è Hollywood, la nuova serie in arrivo su Disney+ il 25 ottobre. Giancarlo Commare, in particolare, ha commentato insieme a noi il personaggio di Ivano, da lui interpretato. «Quando ci ritroviamo davanti a personaggi esistiti, la curiosità ti spinge a cercare. – ci dice – L’ho fatto anche io, ma di questa persona non si trova più nulla in giro se non qualche foto e frame di video. Quindi non ho potuto capire veramente come parla e si muove. Da questo punto di vista è stato difficile, ma Pippo Mezzapesa mi aveva detto di prenderlo come esempio senza fare Ivan Russo. E da lì partire e seguire lo script».
«Abbiamo quindi creato questo belloccio. – continua – In realtà, Ivano non è un fighetto, è così agli occhi degli altri. A lui però piace e poi se ne approfitta. Rappresentare quel tipo di società e situazione, un ragazzo che pensa di poter utilizzare una donna come a lui più piace, solo perché gli viene dietro: questa cosa lo pavoneggia. In seguito, si rende conto che lei è il suo pericolo e scappa via. Ritorna solo quando arrivano le telecamere, e infatti rappresenta anche la fame dei 5 minuti di celebrità. In una delle ultime scene, Ivano fa un gesto orrendo. Non spoilero, ma rappresenta proprio questo. Mi sento di dirti che, per quanto sia stato difficile, è stato un ruolo straordinario da affrontare perché dovevamo lavorare sulle cose negative, rendendole leggere».
Avetrana: documentario vs storytelling
«Credo che Pippo abbia lavorato bene per rappresentare ciò che non avevamo ancora visto. – ci dice poi Giancarlo Commare – cioè l’aspetto umano della vicenda. Ce lo siamo un po’ dimenticati per come abbiamo vissuto il fenomeno. È morta una ragazzina. Credo che abbiamo cercato di dare dignità a questa storia, l’abbiamo trattata con tantissimo rispetto. Non so spiegarvelo, ma si entrava in un’altra dimensione. È stato un viaggio bello ma duro».
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«Ci basiamo sui tre gradi di giudizio, non raccontiamo un’altra storia. – dichiara Vanessa Scalera, che interpreta Cosima – Raccontiamo l’indagine psicologica dei personaggi. È un tentativo di approfondire i quattro protagonisti. È un caso che tutti conosciamo, non c’era bisogno di leggere gli atti. Lo abbiamo digerito e fagocitato. Mi sono affidata alla regia, alle sceneggiature e al mio territorio, a cui appartengo. Ho ficcato i piedi ancora di più nella terra».