Il 28, 29, 30 ottobre arriverà nelle sale cinematografiche ‘Pavarotti – Genio per sempre’ il docufilm diretto da Ron Howard e dedicato alla figura di Luciano Pavarotti. Abbiamo incontrato il regista ecco al nostra intervista
Ron Howard alla Festa del Cinema di Roma con “Pavarotti – Genio per sempre“, l’intenso documentario sul celeberrimo tenore italiano; attraverso materiali d’archivio e interviste ai cari ed ai collaboratori, la pellicola delinea il ritratto di Luciano Pavarotti come uomo e come artista.
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Nell’intervista che ci ha rilasciato, il regista Ron Howard ci ha raccontato aneddoti sulla lavorazione del film, le difficoltà incontrate e infine ci rivela un dettaglio molto intimo sulla propria carriera di film maker e director di successo.
“In prima di realizzare questo film, non avevo una particolare connessione emotiva con Pavarotti – racconta Ron Howard ai nostri microfoni – parlerei più di un grandissimo rispetto. Sia per la sua presenza, che per il suo carisma. Riconoscevo che era un grande artista ma non avevo idea di che cosa venisse richiesto ad un tenore per essere tale, per raggiungere quel livello elitario, di realizzazione nel mondo dell’opera. Quello che mi ha emozionato di più e che ho imparato su Pavarotti, riguarda proprio la sua realizzazione e quello che lui ha rappresentato come uomo e come artista.”
“Era un uomo unico oltre che un artista unico. – spiega Howard – Credo che sarebbe stato veramente molto difficile realizzare un biopic; sarebbe servito l’attore giusto, uno di quelli che lo guardi e pensi ‘ehi lui potrebbe interpretare Pavarotti’. Dovrebbe essere quasi una chiamata. Tuttavia credo che la figura di Pavarotti sia una presenza talmente eccezionale che la forma documentaristica diventi veramente l’unica formula, la più drammatica per rappresentare la sua storia, e inoltre anche la forma più autentica. Inoltre lui era al top della sua forma nel momento in cui c’erano così tanti programmi televisivi dedicati all’opera. Ci sono delle fantastiche immagini delle sue performance, e abbiamo fatto anche delle interviste. Il dono per il pubblico e a me come filmmaker, sono stati i video casalinghi e quelli fatti autonomamente, realizzati non mentre lui stava esibendosi per un pubblico o mentre stava promuovendo qualche progetto o spettacolo in televisione, ma veri momenti di emozione grezza di grande spessore e intensità emotiva.”