Il debutto di Nicola Abbatangelo passa alla Festa del Cinema di Roma, dove il suo The Land of Dreams è stato presentato. Una storia d’amore ambientata nella New York anni ’20 tra musica e sogni, ma soprattutto un musical, con tutte le sfide e le difficoltà che una scelta simile potrebbe comportare.
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«Sembra strano – dice il regista – ma l’idea di un musical mi faceva sentire sicuro. Avevo avuto la possibilità di testarlo con Beauty, il mio primo e unico cortometraggio. E poi da giovane bazzicavo tra musica e teatro e ho pensato di mettere tutto insieme. Volevo imparare».
Due, del resto, sono le grandi ispirazioni dietro questo film: Moulin Rouge! di Baz Luhrmann («Mette in scena lo show in un modo che adoro», dice Nicola) e Les Misérables («Per l’onestà del musical. Non sono stacchetti musicali, ma è un popolo che si ribella alla tirannia. E lo fa cantando. Cosa c’è di più forte?»).
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«Erano del resto le due problematiche di The Land of Dreams. Volevo far sì che lo show fosse coerente alla storia e che la musica fosse il modo migliore per esprimere un’emozione».
The Land of Dreams: Stefano Fresi e Marina Rocco
Il cast di The Land of Dreams – che, ricordiamo, è in inglese e sarà in sala dal 10 novembre – vanta nomi del calibro di Caterina Shulha e George Blagden (Les Misérables di Tom Hooper, Vikings, Versailles) insieme ad attori nostrani quali Paolo Calabresi, Marina Rocco e Stefano Fresi.
«Ho pensato subito a questi attori. – dice il regista – Marina è Terry. L’ho sempre amata per questo. E Stefano è esattamente come il personaggio. È il proprietario di un locale che introduce il pubblico al musical, è perfetto. Cercavo negli attori sia un’aderenza al personaggio che una caratteristica fondamentale per il film e per la mia opera prima: persone che credono ancora nei sogni e che potevano mettersi a disposizione di questo sogno comune del cinema. Sembra scontato, ma ogni tanto serve ricordarlo anche a noi».
Chiediamo quindi a Stefano Fresi e Marina Rocco se credono effettivamente ai sogni e quando, secondo loro, un sogno rischia di diventare una trappola.
«Il sogno diventa una trappola quando non ci credi fino in fondo. – risponde Fresi – Si ha paura di fare quel passo che non porta alla realizzazione, ma al tentativo della realizzazione. Puoi anche avere un sogno e non riuscire a realizzarlo, ma se non tenti di realizzarlo vivrai di rimpianti».
Per Marina Rocco è, invece, più una questione di tempo. «Per me il sogno diventa trappola quando non sti stai godendo il presente. È una trappola in cui sono finita molto spesso, devi goderti dove sei, altrimenti che senso ha».
Intervista di Elena Balestri – Foto: 01Distribution