Il cinema di Majid Majidi, regista e produttore iraniano classe 1959, è oggi oltremodo attuale e Figli del Sole (Khorshid), nella sale italiane dal 2 settembre, è senza ombra di dubbio una occasione per conoscere, attraverso una storia semplice e lineare, uno spaccato della realtà mediorientale.
La vicenda ruota intorno al personaggio di Ali, un dodicenne della periferia di Teheran, che sopravvive grazie a piccoli espedienti insieme al suo gruppo di amici. Un storia che riporta l’attenzione sullo sfruttamento minorile dove i personaggi sono lontani dall’essere stigmatizzati da connotazioni bipolari. Il colore dominante della città e delle ambientazioni è grigio come in ogni realtà di emarginazione.
La bontà degli uni si scontra con la realtà della società povera e senza reti di protezione dove a pagarne il prezzo sono soprattutto i più piccolo, i bambini. E così Alì, proprio nel tentativo di ricongiungersi alla madre e di trovare le risorse per riunire il suo nucleo familiare viene coinvolto in una improbabile caccia al tesoro da un sedicente mangifuoco.
Una pellicola che affascina per l’immediatezza drammaturgica scevra da inutili sovrastrutture, capace di mettere al centro l’infanzia e tutti gli uomini e donne volontà che, malgrado tutto, cercano di difenderla attraverso un eroico impegno quotidiano.
Con Figli del sole il candidato al Premio Oscar® Majid Majidi, già in nomination per “I ragazzi del paradiso”, torna dietro la macchina da presa per raccontare una nuova ed emozionante storia di bambini. Il film è stato presentato in concorso alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il giovane protagonista Rouhollah Zamani è stato insignito del Premio Marcello Mastroianni 2020, ed è stato selezionato per rappresentare l’Iran nella categoria Miglior Film Internazionale agli Oscar® 2021.