Da sempre George Clooney è impegnato nel sociale ed è intenzionato, ora più che mai, a sfruttare la sua visibilità, la sua fama e i suoi soldi al servizio delle cause che ritiene importanti: dopo il suo matrimonio con Amal Alamuddin, avvocatessa specializzata in diritti umani, molti hanno pensato che il suo prossimo passo sarà scendere in campo in politica, magari con una candidatura al Congresso o direttamente alla Casa Bianca.
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Non sappiamo se George abbia l’ambizione di bissare la carriera cinematografico-politica di Reagan, che al contrario suo era un conservatore: di certo però l’ex dottor Ross di E.R ha deciso di prendere una forte posizione contro la vendita e l’uso indiscriminato delle armi negli States.
L’ultima tragedia avvenuta in una scuola della Florida, dove un ex studente è entrato armato uccidendo 17 ragazzi e ferendone gravemente 15, ha riportato prepotentemente l’argomento armi alla ribalta: la tutela del diritto ad essere armati, che in America è sancita dalla Costituzione, è stato un cavallo di battaglia della campagna elettorale di Donald Trump.
Il movimento studentesco americano ha deciso di far sentire la sua voce per dire basta alle armi e alla violenza indiscriminata, organizzando una marcia per il 24 marzo a Washington e in diverse altre città americane: la “March for our lives”, che ha suscitato da subito l’attenzione dei mass media e con essa il sostegno delle star di Hollywood.
Il primo a sostenere il movimento studentesco è stato George Clooney: lui e la moglie Amal hanno donato 500.000 dollari alla causa. Un vero e proprio endorsment che è stato seguito a ruota da Oprah Winfrey e Steven Spielberg.
A differenza di molti altri colleghi e colleghe, Clooney non si è mai prodotto in discorsi anti-presidenziali o in interventi social a difesa di questa o quella causa: il suo è un basso profilo, pronto però ad alzare il tiro quando l’argomento lo richiede. Come in questo caso.
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