L'albero degli zoccoli è un film del 1978, diretto da Ermanno Olmi e vincitore della Palma d'Oro a Cannes: sullo sfondo della bassa pianura bergamasca vengono raccontate le vicende dei poveri contadini che vivono e lavoravano in quelle zone.
La peculiarità del film è che gli attori sono tutti non professionisti, veri contadini, la cui condizione è specificata anche dai titoli di coda, dove i nomi sono messi dopo il cognome: i protagonisti del film hanno recitato in dialetto bergamasco e sono stati poi doppiati per l'uscita nelle sale italiane.
Le città dove è stato girato il film sono piccoli comuni della pianura bergamasca orientale, tra Martinengo, Palosco, Cividate al Piano, Mornico al Serio, Pontoglio, Cortenuova e Treviglio, dove in effetti è stata girata una sola scena, quella del matrimonio dei contadini. Il luogo simbolo dell'intero film è la cascina Roggia Sale, che prende il nome dal canale artificiale sul quale si affaccia. La cascina si trova a Palosco, al confine con Cividate al Piano. Fu proprio Ermanno Olmi a scoprirla per caso, mentre stava ritornando a Martinengo: il regista ha raccontato di essersi perso nella nebbia fitta e di essersi trovato davanti ad una tipica cascina lombarda abbandonata, che ricordava la cascina della sua giovinezza. Olmi, commosso, decise quindi che quella sarebbe stata la cascina dove avrebbe girato tutto il film"
La colonna sonora del film è composta da brani per organo di Johann Sebastian Bach e da canzoni popolari e contadine. A chi contestava l'uso di una musica raffinata come quella di Bach per una storia di contadini, Olmi rispose: "Credo che la grandezza di Bach, come la poesia, non sia né aristocratica né popolaresca ma semplice ed essenziale come la verità. Perciò sono convinto che il mondo contadino e la musica di Bach si conoscessero e andassero d'accordo ancora prima che si incontrassero nella colonna sonora dell'Albero degli Zoccoli"
Il film, che è stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, è stato forse uno dei più belli del regista Olmi: in quelle zone lui stesso passò gli anni della guerra come sfollato e le vacanze estive quando era bambino. Per Ermanno Olmi girare "L'albero degli zoccoli" è stato fare un ritratto della madre che non c'era più: probabilmente anche per questo il film è così denso di emozione e significati.