È stato uno dei fatti di cronaca più eclatanti dell’Italia del 1990; dell’omicidio Gucci si è parlato molto. Così come delle persone coinvolte in primis Patrizia Reggiani, Lady Gucci. Ma lei non si era mai raccontata, fino a quando Flavia Triggiani e Marina Loi non le hanno proposto di realizzare un documentario in cui mostrare il suo punto di vista.
Marina Loi e Flavia Triggiani raccontano il vero volto di Patrizia Reggiani in Lady Gucci
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Giornaliste, autrici, registe, amiche, Marina Loi e Flavia Triggiani avevano già affrontato la storia della morte di Maurizio Gucci in un lavoro realizzato per La7 “Donne vittime e carnefici”.
“In quell’occasione abbiamo analizzato tutta la storia e ci eravamo soffermate sulla figura di Patrizia Reggiani, che era ancora in carcere a San Vittore – spiega Flavia Triggiani – Una volta uscita, una volta finita di scontare la pena, con Marina ci siamo dette ‘conosciamo bene la storia, lei è uscita, proviamo a contattarla proviamo a capire se ha voglia di raccontarsi.'”
Nasce così Lady Gucci, il documentario andato in onda su Discovery+, in cui per la prima volta Patrizia Reggiani si racconta in prima persona con grande onestà. Ne emerge una donna complessa, eclettica e luminosa come hanno raccontato le autrici. Una donna fatta di grandi contraddizioni e grande carisma.
Un documentario quello di Lady Gucci in cui ogni giudizio è sospeso, al quale le autrici hanno lavorato quasi come fossero investigatrici.
“Sebbene il punto di vista del regista o dell’autore in qualche modo ci sia sempre,- racconta Marina Loi – quando affrontiamo temi come questo cerchiamo di tener presente tutti i lati della storia, anche quelli rimasti un po’ in ombra. Diventiamo una sorta di investigatori.”
Un aspetto quello dell’indagine, dello studio, della ricerca, che appassiona e affascina le due giornaliste autrici anche di Detectives – Casi risolti e irrisolti (la cui ultima puntata va in onda sabato 17 luglio su RAI2). Qui a raccontare e ripercorrere i fatti son gli investigatori della Polizia di Stato, sono coloro che hanno seguito in prima persona i casi di cronaca nera. Mentre a fare gli onori di casa c’è il giornalista Giuseppe Rinaldi.
“Sia in Detectives che nei documentari che abbiamo realizzato e sui quali stiamo lavorando, diventiamo un po’ come delle investigatrici. A noi piace moltissimo la parte investigativa, è affascinante e molto interessante”
Flavia Triggiani
Un interesse quello verso il crime, che ha nulla a che fare con il fascino del male come spiega Loi, che sottolinea come non ami né la glorificazione né la mitizzazione del criminale. Il ‘piacere’ di addentrarsi in questi casi, in questi racconti è legato puramente alla possibilità di studiare, leggere, capire i documenti.
È un piacere dolore. Il piacere è legato al poter avere a che fare con tutto ciò che sono i documenti, atti processuali interrogatori, e poter parlare con chi ha seguito il caso. Diventa una sorta di indagine appunto anche per noi. E sebbene nel nostro lavoro sia di registe, che di autrici che giornaliste, dobbiamo cercare di rimanere il più distaccate possibile… quando leggi di omicidi di delitti efferati di torture.. io non riesco a rimanere completamente fredda.
Marina Loi
Ma l’essere una squadra aiuta, e Marina Loi e Marina Triggiani lo sono. Colleghe e amiche nel lavorare in team trovano la loro forza.
Ci compensiamo, ci incastriamo perfettamente ed è bellissimo perché non siamo solo colleghe ma anche amiche e so che non è facile trovare un connubio così, magico. E più passano gli anni più diventiamo complementari.
Flavia Triggiani
Molte persone si stupiscono che non ci sia rivalità, gelosie tra noi. Ma noi ci completiamo, abbiamo trovato in questo una forza incredibile che desta stupore in molti. Perché abbiamo un fuoco dentro e la forza di due diventa poi esponenziale
Marina Loi
Una squadra che è già a lavoro su nuovi progetti tra cui un documentario sulla banda della Uno bianca, l’organizzazione criminale che tra il 1987 e il 1994 commise nel nostro paese 103 crimini.
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