Sir Michael Caine racconta la Londra anni ’60 in un documentario applauditissimo alla Mostra del Cinema di Venezia e che sta per arrivare nelle sale italiane

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Chi meglio di Michael Caine è in grado di raccontare i fasti e le miserie, i vizi e le virtù dei favolosi anni ’60 a Londra? Probabilmente nessuno ed infatti è proprio lui, il celebre attore inglese che ha lavorato in più di 100 film vincendo due Oscar, il protagonista e la voce narrante di ‘My generation‘, il documentario sulla Swinging London applauditissimo a Venezia e in sala dal 22 al 29 gennaio.

L’iconica star di Alfie e Gambit (oltre che volto del maggiordomo Alfred nel Batman di Nolan) si lascia andare ai ricordi dell’epoca, fra sesso, droga, minigonne e politica.

David Letterman Obama
Molte le scene memorabili che il documentario diretto da David Batty ripropone, dai Beatles e i Rolling Stones che si incontrano a Charing Cross fino a David Bowie commesso a King’s Road, Marianne Faithfull bellissima con Mick Jagger, e poi ancora Twiggy, Joan Collins, Mary Quant, Radio Caroline, la prima radio libera al mondo che trasmetteva a largo della Manica e che mandava in onda il rock malefico che la Bbc vietava, e tanti altri simboli dell’epoca.

Michael Caine porta lo spettatore a spasso nel passato in un misto di riflessione e nostalgia, raccontando i suoi esordi da squattrinato e la decisione di cambiare il nome (il suo, Maurice Joseph Micklewhite Jr, era ritenuto impronunciabile), l’arrivo del successo e lo spirito del tempo: “Fu un periodo in cui il futuro era plasmato dai giovani come me, mai era accaduto prima -ha dichiarato l’attore all’Ansa-  Sarà per quello che ho vissuto che penso che la giovinezza non sia un momento della vita ma una condizione mentale. E da allora, nonostante le delusioni, gli anni ’70 bui e tutto il resto penso: mai sognare in piccolo e mai guardare con rabbia indietro, si corre il rischio di inciampare