Joker di Todd Phillips con Joaquin Phoenix è un film stupendo. Non facciamo giri di parole per dire che uscendo dalla sala si rischia di rimanere sconvolti per l’esperienza. Se ci si aspetta un classico fumettone alla DC o Marvel style siamo fuori zona. Joker è un film che potrebbe esistere a prescindere da ogni precedente Batman e Robin che si voglia, non propone nessuna serialità e lascia una eredità pesante. Joaquin Phoenix potrebbe aver trovato con questo film il ruolo della vita. Se fino ad oggi per il grande pubblico è stato Commodo, dal 3 ottobre, data di uscita del film in Italia, sarà Joker. Molti saranno i riconoscimenti e ci auguriamo che la stessa Venezia premi il progetto e l’attore.
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Complesso parlare di Oscar in un anno in cui l’Academy dovrà anche decidere come premiare Avengers End Game e Robert Downey Jr per il suo Iron Man defunto, sta di fatto che Joker è già un cult movie ancora prima di uscire.
Il film narra la genesi di Joker, i retroscena e la dinamica evolutiva in un uomo in cui la luce della felicità prende forma attraverso la maschera del pagliaccio.
Reietto dalla società, deforme nel fisico, Arthur, il Joker in erba, è un giovane aspirante stand up comedian che vive con la madre affetta da depressione e ossessioni. A rendere la vita complicata, oltre la situazione economica e familiare, è anche una particolare patologia di Arthur che lo porta a ridere in situazioni sconvenienti, come rilascio emozionale. La risata, frutto di un grande lavoro di ricerca di Joaquin Phoenix, è agghiacciante.
Per l’interpretazione di Joker Phoenix è dimagrito moltissimi chili. Volto, fisico, voce, Phoenix utilizza una tavolozza di colori incredibile che trasforma il suo Arthur, come in una danza, da uomo disagiato in killer spietato. Cosi Arthur, che ha l’unica colpa di desiderare un momento di felicità, diventa il Joker di Heath Ledger di cui, nel finale del film, ci sono chiari riferimenti.
Il film, per tipologia, ci riporta a pellicole come Toro Scatenato o Re Per Una Notte, non a caso uno degli interpreti principali, spalla di Phoenix è Robert de Niro nel ruolo di Murray, un conduttore televisivo e idolo di Arthur. Il regista originario del progetto doveva essere proprio Scorzese sostituito brillantemente da Todd Phillips bravissimo alla regia e alla sceneggiatura che, a dire del regista, è stata corretta e rivista quotidianamente dalla stesso durante le otto settimane di riprese.
Joker non è un film negativo ma decisamente scuro dove ci si confronta con una lettura a più livelli.
Possiamo seguire il personaggio e l’esplosione della sua follia o cercare una lettura sociale di un mondo violento in preda ad un élite ricca di denaro e buonsenso trumpiano impegnata a sedare una umanità di reietti sempre più insofferenti.
Il film, costato 55 milioni di dollari, fra i produttori vede Bradley Cooper che in questi anni sta raccogliendo successi planetari in ogni sua performance.
Sottolineiamo la colonna sonora della violoncellista islandese, Hildur Guðnadóttir già autrice della colonna di Chernobyl, la serie TV caso dell’anno.
Venezia si conferma vetrina internazionale di primissimo livello preludio di successi e riconoscimenti. Speriamo di non essere contraddetti dagli eventi ma per noi Joker vince.
Crediti foto@La Biennale di Venezia