La Mostra del Cinema di Venezia 2019 è iniziata, e a suscitare attenzione non è stato tanto il film di apertura di Kore Eda Hirokazu, ma le dichiarazioni della presidente di giuria Lucrecia Martel nei confronti di Roman Polanski.
Lucrecia Martel ‘Non applaudirò Polanski’. Il Regista potrebbe arrivare al Lido
Durante la conferenza stampa ufficiale di apertura della Mostra, la Martel ha dichiarato:
“Non andrò alla serata di gala in onore di Roman Polanski. Ma è giusto che il suo film sia in concorso.”
La presidente di Venezia76, ha sottolineato che la presenza del regista la mette a disagio, e che non vuole alzarsi in piedi per applaudirlo. Le parole della regista sono legate alle accuse di stupro e al conseguente processo subito dal regista di origini polacche, e sono arrivate poco dopo quelle del direttore artistico Barbera. Rispondendo ad una domanda di un giornalista, il direttore ha sottolineato come sia necessario distinguere l’uomo dall’artista.
A rischio una valutazione oggettiva del film?
Luca Barbareschi, co-produttore del film con la Eliseo Cinema, ha fatto sapere che se non arriveranno delle scuse ufficiali potrebbe essere presa in considerazione l’idea di ritirare il film dalla competizione.
“Dopo le dichiarazioni della presidente della giuria di Venezia 76, siamo preoccupati che il film di Polanski non venga giudicato serenamente. Stiamo valutando di ritirarlo dal Concorso, a meno che non arrivino le scuse ufficiali”.
Le accuse di stupro a Roman Polanski.
Nel 1977 il regista venne accusato di violenza sessuale su una ragazzina di 13 anni. Sette erano i capi d’imputazione, ma in sede di procedimento per tutelare la giovane ragazza, l’avvocato propose un patteggiamento e l’accusa venne ridotta al solo capo di imputazione di rapporto sessuale extramatrimoniale con persona minorenne. Polanski si dichiarò colpevole, e scontò 42 giorni di carcere. Lasciò gli Stati Uniti e fuggì a Londra, per poi andare a Parigi per evitare l’estradizione dal Regno Unito.
Nel 2009 il regista fu arrestato in Svizzera, dove era andato per il Zurigo Film Festival, rispondendo così al mandato di cattura emesso dagli Stati Uniti nel 2005. Dopo due mesi di carcere fu messo ai domiciliari nella sua casa in Svizzera. Il suo arresto accese le reazioni di molti politici e artisti soprattutto in Francia e Polonia che si mossero in sua difesa. Nel 2010 riscontrando un vizio di forma, le autorità elvetiche gli negano l’estradizione negli Stati Uniti, gli revocano gli arresti domiciliari e gli tolgono la cavigliera elettronica. La Polonia nel 2016 comunica che negherà l’estradizione negli Stati Uniti se il regista dovesse entrare in territorio polacco.
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