Maccio Capatonda (al secolo Marcello Macchia) torna per la seconda volta dietro la macchina da presa per dirigere Omicidio all'Italiana, nelle sale cinematografiche dal 2 marzo. Sembra averci preso gusto Maccio a fare il regista:
“Non sto pensando ancora al prossimo film, ma l'intenzione è quella di farne almeno altri 72” scherza il regista durante la nostra intervista.
Omicidio all'italiana si svolge ad Acitrullo, una sperduta località dell'entroterra abruzzese in cui vivono 16 anime. La vita tranquilla e sempre uguale del paese viene sconvolta da uno strano omicidio: quale occasione migliore per il sindaco Piero Peluria (Maccio Capatonda) e il suo vice (Herbert Ballerina) per far uscire dall'anonimato il paese? Sul posto infatti oltre alle forze dell'ordine accorrerà la troupe di "Chi l'accesso?”, famigerato programma televisivo condotto da Donatella Spruzzone (Sabrina Ferilli). Grazie alla trasmissione e all'astuzia del sindaco, Acitrullo diventerà in pochissimo tempo famosa come Cogne, se non di più. Ma sarà un efferato crimine o un omicidio a luci rosse? Del resto cosa hanno Cogne o Novi Ligure più di Acitrullo?
Il nuovo film di Marcello Macchia è una graffiante commedia iper realista che sbeffeggia la nostra società, in cui la maggior parte delle persone dinventano morbosamente ossessionate e affezionate alla cronaca nera come fosse una serie televisiva: ci sentiamo tutti criminologi, avvocati, giudici; in cui la strumentalizzazione del dolore e delle disgrazie altrui è il fulcro di programmi tv. Ecco quindi apparire giornalisti alla spasmodica ricerca del dramma da sbattere in prima pagina, persone morbosamente incuriosite e quasi affascinate dai luoghi in cui è stato compiuto un efferato omicidio, forze dell'ordine impossibilitate a svolgere il loro lavoro perchè schiave a loro volta dello share e della ricerca di popolarità. Quadri che possono sembrare di estrema fantasia, ma che purtroppo (fatte pochissime eccezioni come l'immagine della polizia) purtroppo sono molto vicini se non un passo indietro alla stessa realtà.
Marcello Macchia ha preso spunto dal turismo dell'orrore dell'Isola del Giglio per realizzare questo film, in cui i turisti si scattavano fotografie usando la Costa Concordia naufragata come sfondo.
“Ho fatto molte ricerche e parte della sceneggiatura l'ho scritta a Cogne – ci spiega Maccio, che in conferenza stampa ha raccontato che mentre si trovava nel paese divenuto tristemente noto per l'omicidio del piccolo Tommaso, le persone raccontavano di come i giornalisti stavano appostati dietro alle finestre delle case pur di strappare una dichiarazione alle persone. E nel film il riferimento è la scena in cui un giornalista sfonda un vetro di una casa per raccogliere la dichiarazione di una persona – Mi sono confrontato con il criminologo Picozzi al quale chiedevo se potevano andare bene le situzioni che avevo immaginato, chiedevo se non le avessi portate troppo all'eccesso. La cosa che mi ha sconvolto di più è stato rendermi conto che tutte le cose scritte nel film sono anche meno di quello che quello che succede nella realtà. Questo mi lascia esterrefatto perchè io cerco sempre i spingere alle estreme conseguenze le mie gag, o le mie scene.. ma questa volta la realtà supera la fantasia”.
Nel cast di Omicidio all'italiana troviamo storici compagni di Maccio come Herbert Ballerina (al secolo Luigi Luciano) e Ivo Avido (Enrico Venti). Sabrina Ferilli invece è alla sua prima collaborazione con Maccio.
“Trovo che Marcello abbia un modo molto sofisticato di far ridere" ha detto la bellissima Ferilli, che nel film interpretata la spietata e incontrastata regina della tv Donatella Spruzzone, regalandoci un'interpretazione perfetta e pungente. Il suo personaggio ci ricorda (non tanto per il nome, m più per la strumentalizzazione del dolore altrui) una delle assolute dominatrici del pomeriggio televisivo italiano. A tal riguardo l'attrice sottolinea come i personaggi fossero già scritti così bene, in un modo così delineato, che anche se lei non fosse un'amante della tv, lo avrebbe reso in quel modo.
“Io adoro la televisione – prosegue la Ferilli – sono una divoratrice ddi televisione. Credo che oggi ci sia una eccessiva presenza dello spazio dato alla cronaca nera. Un modo di fare televisione che non punta sul contenuto o sull'analisi specifica di quello che avviene, è più informativa con programmi che vanno avanti per ore, per giorni e su più reti. E' chiaro che l'attenzione il primo giorno sarà sulla vittima, così anche il secondo, ma dal terzo l'attenzione si sposterà sul canarino della vittima morto anch'essi insieme al padrone. Tutto diventa così grottesco e così mostruoso.”
Omicidio all'italiana di Maccio Capatonda vi regalerà momenti di humor, che inevitabilmente faranno riflettere. Vi lasciamo all'intervista realizzata con Maccio Capatonda, Sabrina Ferilli ed Herbert Ballerina, ricordandovi che l'appuntamento con il film è dal 2 marzo al cinema.