di Davide Ambrogi
Il 10 luglio arriva nelle sale cinematografiche distribuito da Worner Bros. Entertainment Italia ‘Spider-Man: Far From Home’ di Jon Watts.
Prendiamo il punto di vista dello spettatore medio, quello che si presume interessi a Marvel visto che il suo ultimo capitolo degli Avengers, Endgame, si appresta a superare Avatar come film di maggiore incasso di sempre. Prendiamo quindi un non appassionato di fumetti, un non feticista dell’inchiostro su carta. Ecco, a lui questo nuovo Spiderman piacerà parecchio, eccome.
‘Spider-Man: Far From Home’: avvincente e originale da vedere in compagnia.
“Spider- Man: Far from Home” è il secondo capitolo della nuova saga aracnica targata Jon Watts con protagonista il talentuoso Tom Holland, già “uomo abbastanza ragno” in precedenza, quando per anni ha calpestato i palcoscenici del West End in Billy Elliot.
Lasciando da parte la litanica sceneggiatura classica di Spiderman riproposta nei decenni in tutte le salse, ma sempre alla fine ciclicamente la solita storia, Marvel, sin dal primo nuovo capitolo “Homecoming”, ha voluto sorprendere e spiazzare. Un nuovo Spiderman, nuovi villains (nemici) nuovi personaggi e rispolvero creativo di quelli vecchi. In linea di massima un ringiovanimento globale, anche dei protagonisti. Come abbiamo potuto già ammirare in Homecoming, per esempio, la zia May (Marisa Tomei) è tutt’altro che una dolce vecchina… E Peter Parker è decisamente più un adolescente del precedente e così i suoi amici e, divertimento a parte, non ha nessuna voglia di fare il supereroe.
All’inizio della vicenda, Peter lo si trova erede naturale di Tony Stark – Ironman, ma, come premesso, non vuole prenderne il suo posto. Sa di non essere maturo abbastanza per poterlo fare. Un passo prima quindi rispetto alla celebre quote “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.
Il nostro giovane uomo ragno non vuole assolutamente sobbarcarsi di queste responsabilità, e fugge alla chiamata degli Avengers. Dopo l’episodio precedente [Endgame], Peter non pensa minimamente di porre Spiderman davanti al suo amore (ancora non corrisposto) per la sua compagna di classe MJ (Zendaya), e quindi la prima svolta in un film di supereroi è l’accettazione che la pubertà vince su tutto e anche sulle grandi responsabilità – e sul fatto di essere un supereroe.
E come dargli torto e dire che anche nella vita reale non sia così?
Un film più più verosimile quindi, come il Batman di Nolan….? Si e no. Qui rimaniamo in ogni caso nel pieno mondo Avengers, ma con qualche cambio di rotta che fa percepire un maggiore spessore nel lavoro degli autori.
Spider-Man: Far From Home’: un nuovo Villain credibile e al passo con i tempi
Un altro decisivo cambiamento rispetto alle precedenti versioni sono i Villains. Finalmente questo risulta originale credibile e al passo con i tempi, anche se per una buona parte del film, la storia gioca a farci credere il contrario, per poi stupirci quando ormai ci sentivamo delusi. E senza svelare troppo, l’attore Jake Gyllenhaal, nei panni della spalla di Spiderman come Quentin Beck o Mysterio risulta ben costruito.
Per finire, sempre per la prima volta, grazie all’escamotage della gita scolastica si può ammirare le gesta il nostro amato supereroe fuori dalla sua ragnatela (New York, ormai decisamente troppo sfruttata) e all’opera in Europa, più precisamente a Venezia, Praga, Berlino e Londra.
Un pellicola ben fatta, con storia avvincente, fresca e sicuramente originale paragonata con gli spiderman del passato e, per la prima volta (forse nella storia del cinema), sequel diretto di ben due film: Homecoming e Endgame. Decisamente da vedere in compagnia.
crediti foto@Ufficio Stampa Worner Bros. Entertainment Italia