Abbiamo incontrato l’attore e regista Stanley Tucci in occasione della presentazione del suo nuovo film Final Portrait, che asciutta sincerità racconta il conflitto di Alberto Giacometti nel processo creativo.

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Stanley Tucci, Final Portait: ‘Essere un artista è un dono e una dannazione’.

E’ stato presentato a Roma ‘Final Portrait’, quinto film che vede Stanley Tucci dietro la macchina da presa e che arriverà sul grande schermo a partire dall’8 febbraio.

Tratto dall’omonimo libro scritto da James Lord, ‘Final Portrait’ non è un biopic su uno degli artisti più quotati al mondo: piuttosto un viaggio nella sua anima e nel suo mondo fatto di successo e insoddisfazione. Stanley Tucci porta sul grande schermo la genesi di un quadro di Giacometti, mostrando con asciutta sincerità il conflitto dell’artista nel processo creativo: la continua ricerca della perfezione e il non riuscirla mai a raggiungere.

A dare il volto ad Alberto Giacometti, uno straordinario Geoffrey Rush.

“Geoffrey si è immerso in un profondo lavoro di ricerca – ha detto il regista – aveva molto materiale su cui lavorare perché abbiamo fatto ricerche per due anni prima di arrivare al film. E prima di iniziare le riprese abbiamo provato per 1 settimana come se fosse una pièce teatrale. Abbiamo sfrondato i dialoghi, volevo che ci fosse fisicità nell’esercito artistico e nello stato d’animo. Inizialmente trovava difficile stare a suo agio negli eccessi di rabbia che aveva Giacometti e nel padroneggiare il pennello. Ma è stato straordinario: è bravo e giocoso. Non fermavo mai la macchia da presa; lasciavo andare per riuscire a tenere quella spontaneità innata; a volte lavorare in modo eccessivo va a discapito della recitazione.”

Stanley Tucci ha sempre respirato l’arte fin da quando era piccolo. Suo padre infatti è un artista ed insegnante d’arte,  e Tucci ha studiato a sua volta arte. Appassionato di Giacometti da moltissimo tempo, l’attore e regista aveva questo film nel cassetto da circa 10 anni e anche più.

“Non sono un grande appassionato di biopic. – dichiara Tucci – Comprimi la vita di qualcuno in un ora e mezza o due. Alla fine, ne viene fuori un susseguirsi di eventi. Con questo film ci siamo concentrati su un arco di tempo circoscritto. Ho scelto alcuni eventi ed esperienze della vita di Giacometti e li ho collocati in un arco temporale di 2 settimane per creare un microcosmo che rispecchiasse quello che l’artista era dentro e fuori dal suo studio”.

Girato in quattro settimane a Londra, con una fotografia meravigliosa, un sapiente uso delle musiche e scene girate con telecamera a spalla che regalano allo spettatore la sensazione di essere presente all’interno dello studio di Giacometti durante le sessioni di posa di James Lord, Final Portrait porta sul grande schermo il processo creativo dell’artista, attraverso il racconto della genesi del ritratto di Lord.

A Roma in occasione della presentazione del film abbiamo incontrato Stanley Tucci, con cui abbiamo parlato di arte, se fosse ancora possibile avere artisti del calibro di Giacometti, Cèzanne, Picasso e se essere un artista fosse un dono o una maledizione.

Nel cast di Final Portrait troviamo oltre al grande Geoffrey Rush, Armie Hamemr nei panni di James Lord, Tony Shalhoub (Diego Giacometti), Sylvie Testud (Annette Giacometti) e Clémence Poésy (Caroline).

Vi lasciamo alla nostra intervista con Stanley Tucci invitandovi a non perdere Final Portrait dall’8 febbraio al cinema.
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