Già ampiamente apprezzato dal pubblico internazionale – grazie all’endorsement di alcuni membri della band sud coreana BTS (soprattutto RM e Suga) – il romanzo Almond di Won-Pyung Sohn arriva finalmente sul mercato italiano grazie a HarperCollins e alla traduzione di Claudia Marseguerra. In libreria dal 4 aprile, il romanzo nel nostro paese acquisisce il sottotitolo Come una mandorla che richiama il titolo originale Almond (in coreano 아몬드).
Un riferimento chiarissimo all’amigdala – il complesso nucleare che si trova nel nostro cervello e che gestisce le emozioni – tornato curiosamente alla ribalta in questi giorni in Corea del Sud dopo l’uscita dell’album D-Day di Agust D (Suga dei BTS). Nella tracklist spicca infatti il brano Amygdala, che – nel caso del producer e cantautore – è più una rievocazione dei traumi del passato. «L’amigdala processa la paura e la tua risposta a essa. – dice Suga a RM in un episodio di Suchwita – Se hai un trauma e vedi qualcosa legato ad esso, l’amigdala reagisce. È un magazzino di traumi».
Il collegamento tra il romanzo di Won-Pyung Sohn e i BTS è quasi inevitabile considerando che persino la quarta di copertina fa riferimento alla popolarità del libro come a un BTS fan favorite. E in parte è anche possibile supporre che il concetto di mandorla/amigdala come magazzino di traumi abbia ispirato Suga nella stesura di uno dei suoi brani più introspettivi e magistrali. Almond, in effetti, parla di traumi e di viaggi all’interno di se stessi come panacea del male.
Almond, un’indagine sul confronto tra bene e male
Scritto nel 2016, Almond è l’esordio letterario di Won-Pyung Sohn che – nella nota alla fine del libro – racconta di aver creato i personaggi di Yunjae e Gon nei primi mesi seguiti al parto della sua primogenita. «Nascono bambini ogni giorno. E meritano tutti benedizioni e possibilità di ogni genere. – scrive – Alcuni di loro, tuttavia, finiranno per essere degli emarginati, altri saliranno al governo o al comando, ma con menti malate. […] Lo so che potrebbe sembrare banale, ma sono giunta alla conclusione che è l’amore a rendere una persona umana oppure un mostro. Ecco, questa è la storia che volevo raccontare».
Noi la storia la leggiamo dal punto di vista di Yunjae. «Per lui – recita la sinossi – un sorriso non significa gioia e non saprebbe riconoscere la tristezza dalle lacrime. Soffre di una condizione cerebrale chiamata alessitimia che gli rende difficile provare emozioni, come la paura o la rabbia». È «quella coppia di neuroni a forma di mandorla situata nella profondità del suo cervello» a renderlo diverso. Bersaglio dei bulli a scuola, ma anche gioiello iperprotetto dalla madre e dalla nonna, prima che il suo «mondo monocorde» venga stravolto da una tragedia, a cui seguirà l’incontro con Gon.
La contrapposizione tra i due adolescenti, le loro vite, i loro traumi sono il fondamento stesso del racconto dell’autrice. Per molti, Almond è un vero e proprio romanzo di formazione (non a caso ha vinto il Changbi Prize for Young Adult Fiction nel 2016). E, in effetti, ricorda nello schema capisaldi letterari come L’amico ritrovato di Fred Uhlman, in cui l’amicizia adolescenziale è più un rapporto di odio-amore attraverso cui crescere e migliorarsi.
Yunjae e Gon
Se Yunjae cerca di barcamenarsi nei suoi traumi provando a comprendere cosa siano le emozioni, le ferite di Gon gli causano talmente tanto dolore da portarlo a rifiutare le emozioni stesse. Da un lato Yunjae si dispera per l’assenza di dolore, dall’altro Gon vorrebbe le amigdale dell’amico per cancellare la sua di sofferenza. Da una parte un mostro incapace di sentire, dall’altra un mostro che sente tutto e reagisce con violenza. Ma è effettivamente il cervello la causa di tutti i nostri mali?
Nel raccontare la storia di Yunjae e Gon (e dei personaggi corollari, tra cui la figura peculiare di Dora) Won-Pyung Sohn crea una storia di crescita in cui, con l’età, le relazioni sociali si complicano e si infittiscono. Ma è proprio la complessa rete di fili che ci lega invisibilmente agli altri a sembrare, alla fine, più importante dell’intreccio neuronale del nostro cervello.
La figura del Dr. Shim
Curioso che a consigliare Yunjae sia – non trovate? – un ex cardiologo che ha appeso al chiodo il bisturi. Si tratta del Dr. Shim – scienzato del cuore – che diventa per il ragazzo un mentore e mette in dubbio (verso il finale) il potere incondinzionato delle amigdale di Yunjae. «Ragazzo mio – sentenzia il dottore a un certo punto nel libro – essere ordinari è la cosa più difficile del mondo». Un modo molto sano per decretare che – a dispetto dei traumi e della nostra conformazione fisica – vivere è, per tutti, il mestiere più complicato che possa toccarci su questo pianeta.
E, se in fondo è vero che alcuni dolori sono per altri più difficili da processare, è indiscutibile che ognuno a suo modo cerchi di sconfiggere i propri demoni. Nel farlo, a volte si cresce, si migliora, si guarisce. Almond fondamentalmente prova a rispondere alla annosa domanda che si interroga se abbia più peso il cuore o la mente. Secondo il personaggio del Dr. Shim la risposta è quasi scontata: nessun trauma è impermeabile al calore della relazioni umane. Per capirlo, basta vivere.