Se questi muri potessero parlare, anzi se queste assi… Calcate dai più grandi nomi degli ultimi sessant’anni di storia dello spettacolo, nazionale e internazionale, avrebbero davvero centinaia di storie da raccontare. Parliamo della scatola magica di Sanremo, il Teatro Ariston, a cui dà voce l’attuale proprietario Walter Vacchino nel piacevolissimo volume di Salani Editore. Perché quel piccolo scrigno nel cuore della città dei fiori, dal 1977, diventa l’ombelico d’Italia (almeno) per una settimana all’anno grazie al festival.
Costruito su un precedente cinema all’aperto, l’Ariston ha saputo conservare il profumo della tradizione italica. E, nonostante ogni anno si parli di una nuova location per la kermesse, il suo palco resiste indefesso. In fondo non c’è festival senza Ariston: vi immaginate il Festival della Canzone Italiana in un’ambiente diverso? Difficile anche solo pensarlo, al momento. Quel sapore vintage delle poltroncine rosse – le stesse su cui Vacchino ha iniziato a sognare ascoltando le canzoni e le stesse che abbiamo visto drammaticamente vuote nell’edizione 2021 – si conferma complice della magia del Festival di Sanremo.
E se la storia pubblica è sfilata sul palco, altrettanta si è svolta a sipario chiuso ed è forse la parte più divertente. Quella che il proprietario svela per la prima volta nelle pagine del suo libro. Testimone e custode del teatro con la sorella Carla, Walter Vacchino racconta “una storia di famiglia”, il cui sogno iniziò a prendere forma con il primo mattone nel 1953. I lavori durarono dieci anni e l’inaugurazione del cine-teatro è datata 1963. Le luci della ribalta si accesero quattordici anni dopo, quando la Rai trasferì la kermesse canora dal Casinò per inagibilità del salone.
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Da allora – eccetto nel 1990, per lavori di ampliamento – non c’è stato festival che non sia passato dall’Ariston, oggi autentico sancta sanctorum per gli amanti della musica. Le sue pareti, infatti, custodiscono storie di esibizioni memorabili e di artisti di fama mondiale, che hanno dao sostanza a un’eredità culturale come nessun altro luogo.
A sfilare su quel palco che riesce a emozionare anche i cantanti più navigati ci sono stati Domenico Modugno e i Duran Duran, Mia Martini e Tina Turner, Lucio Dalla e Sting, Laura Pausini e Kylie Minogue. Un mash-up di nomi unico per una storia che continua. “Dentro l’Ariston è custodita parte dei miei desideri, dei miei sogni, della mia vita – ha dichiarato Amadeus – È un luogo che da molti anni continua a lasciare tutti a bocca aperta”. “Quando entri all’Ariston ti si spalanca il cuore”, aggiunge Fiorello.
Ma l’Ariston non è solo festival: oltre alla kermesse, infatti, il Teatro ha ospitato una vasta gamma di eventi, abbracciando generi diversi. Dai concerti classici a esibizioni rock, dal balletto alla musica sacra: quella scatola magica che ogni anno accoglie virtualmente milioni di persone conferma ancora oggi tuta la sua versatilità, offrendo un palco adatto a ogni tipo di espressione musicale.
Ariston. La scatola magica di Sanremo: gli autori
Walter Vacchino, nato a Sanremo nel 1947, insieme alla sorella Carla è il proprietario del cinema-teatro Ariston. Ha una vasta esperienza nella scrittura e nella produzione di spettacoli teatrali, programmi televisivi e festival. Inoltre, ha ricoperto diverse cariche nel settore pubblico, sportivo e dello spettacolo. Dal 1982 è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica per i suoi contributi.
Luca Ammirati, nato a Sanremo nel 1983, è il responsabile della sala stampa del teatro Ariston da diversi anni. Oltre al suo lavoro nel settore della comunicazione, è anche autore di tre romanzi: Se i pesci guardassero le stelle, L’inizio di ogni cosa e Tutti i colori tranne uno.
Walter Vacchino – Luca Ammirati
Ariston. La scatola magica di Sanremo
Milano Salani, 2024
(260 pp, 18 euro; Le Stanze)
Cover da Ufficio Stampa / Foto Shutterstock