Il 10 febbraio per Panini Comics è uscito l’artbook L’arte e il making of di Hogwarts Legacy, in contemporanea con l’uscita del videogame. Un volume che si inserisce nel filone della casa editrice dedicato all’arte videoludica (tra i più recenti L’arte di Horizon Zero Dawn e il già annunciato Elder Ring, in arrivo a settembre). Volumi preziosissimi per tutti i videogiocatori, ma non solo: per tutti coloro ancora lontani dalla realtà dei gamers, questi testi aiutano infatti a comprendere l’effettivo lavoro artistico che si cela dietro un colosso videoludico come Hogwarts Legacy e omaggiano (come è giusto che sia) con un medium come la carta tavole e disegni unici, che rischiano di essere solo per gli occhi – spesso distratti – di chi gioca.
L’arte e il making of di Hogwarts Legacy onora quindi in primo luogo il team artistico di Avalanche Software che ha curato il volume, poi pubblicato da Warner Bros. In queste 250 pagine a parlare (tra gli altri) – attraverso interviste e spiegazioni – sono l’Head of Story Adrian Ropp, l’Art Director Jeff Bunker o il Characters Art Lead Tyler Lybbert. Supportato da bozzetti preliminari, schede descrittive, rendering e illustrazioni, il team di Avalanche prova in breve a rispondere alle tante domande che ruotano intorno a Hogwarts Legacy.
Hogwarts Legacy: croce e delizia
Sin dal suo lancio, intorno al titolo non sono infatti mancate aspettative ma anche contrarietà (basti pensare alle iniziative contro i gamer degli anti-J.K. Rowling). Un movimento che contrasta l’eredità intellettuale della scrittrice per le sue recenti dichiarazioni e le accuse di transfobia, ma che in realtà funziona in termini aprioristici: il gioco e i suoi contenuti, insomma, contano poco. Eppure, L’arte e il making of di Hogwarts Legacy mostra una realtà decisamente interessante: se Hogwarts e il Mondo Magico sono proprietà intellettuale della Rowling, Hogwarts Legacy – per la prima volta nella storia della saga – offre un prequel completamente ideato, studiato e adattato senza l’intervento della scrittrice. A disegnare questo capitolo potteriano ambientato nel 1800 è stata infatti la Avalanche, con tutte le difficoltà del caso.
Nel volume la continua ricerca di un equilibrio tra nuovo e vecchio è probabilmente ciò che emerge con più forza. Da un lato il pilastro della Fedeltà (al Mondo Magico e soprattutto ai fan) era imprescindibile. Dall’altro però i videogiocatori meritavano un viaggio eroico da vivere in prima persona. Per questo motivo, Hogwarts Legacy è ambientato nel 1800 e narrativamente ruota intorno al tema della Magia Antica: sono due elementi che nella saga sono accennati ma mai approfonditi e che hanno offerto alla casa di sviluppo una maggiore libertà creativa.
Il Mondo Magico diventa interattivo
Gli altri due pilastri fondamentali nel realizzare il gioco sono stati eroismo e magia, il tutto inserito in scenari tipici delle Highlands scozzesi: i libri (ma ancora di più i film) sono stati per gli artisti della Avalanche un ottimo punto di partenza, ma nel videogioco l’eroe è il giocatore. Cambia quindi la prospettiva ma anche lo storytelling: in tutto e per tutto Hogwarts Legacy è un capitolo nuovo e, come tale, vi introdurrà a nuovi personaggi e nuovi segreti, mai visti prima.
«A differenza dei film – dice nel volume l’Art Director Jeff Bunker – che hanno compattato la storia dei libri per trasferirla sul grande schermo, noi abbiamo ampliato il Mondo Magico in uno spazio interattivo, introducendo un nuovo mistero, un nuovo eroe e un nuovo cast di personaggi che ci accompagnano per un periodo di tempo molto più lungo dei film e addirittura dei libri». «Hogwarts Legacy – conclude – è un gioco che parla soprattutto di magia. Questo è l’obiettivo che ci siamo posti».
Ed è una magia che non si può relegare al semplice joystick degli appassionati: in questo L’arte e il making of di Hogwarts Legacy svolge un ruolo indispensabile nel mettere il lavoro di Avalanche (e di Studio Globo, chiamato a supporto) alla portata di tutti. Anche se non amate (video)giocare, potrete immergervi in questo nuovo e inedito capitolo della saga e scoprire che interattivo non è di certo sinonimo di non artistico.