Esistono libri in grado di trasportarti in altri mondi – distantissimi dal nostro e ricchi di suggestioni – e libri che ti trascinano a fondo nei meandri della nostra oscura realtà: è il caso dei romanzi-verità. Stando alla definizione ufficiale, il romanzo-verità è infatti una «narrazione dettagliata ed estremamente fedele di eventi realmente accaduti». La nuda e cruda realtà, in poche parole, senza guizzi fantasiosi o fantastici. Se è vero – come si suol dire – che la realtà supera sempre e di gran lungo la fantasia, gli scrittori che negli anni hanno provato a romanzare la realtà stessa hanno dunque fatto propria questa filosofia.
Romanzi-verità: il capostipite A Sangue Freddo di Truman Capote
Il primo romanzo-verità (o almeno quello che è considerato tale) è A Sangue Freddo di Truman Capote. Un capolavoro la cui prima edizione risale al 1966: all’epoca Capote volle descrivere la complessità della società americana andando oltre il romanzo classico, secondo lui impotente e inefficace. Capote racconta dunque l’efferato quadruplice omicidio della famiglia Clutter in Kansas, avvenuto nel 1959: nulla più dei fatti, a suo parere, poteva mettere nero su bianco il fallimento del sogno americano in provincia. Incuriosito da un trafiletto di cronaca nera sul New York Times, Capote si recò dunque in Kansas prima ancora che gli assassini fossero scoperti e individuati. Insieme a lui la scrittrice Harper Lee. La descrizione di quei mesi di indagini, caccia all’uomo e ricerche fonde cronaca e stilemi della fiction: nasce così il genere non-fiction novel. Romanzo-verità, appunto.
Operazione Massacro di Rodolfo Walsh: i romanzi-verità in Argentina
Sebbene Capote – non senza critiche – sia considerato il precursore del genere, probabilmente la realtà è ben diversa. Lo scrittore statunitense adottò in realtà uno stile risalente addirittura agli anni ’20 (basti pensare a Nadja di André Breton). Facendo un breve viaggio indietro nel tempo vi consigliamo quindi Operazione Massacro di Rodolfo Walsh, considerato il fondatore del giornalismo investigativo in Argentina e probabilmente il vero padre del romanzo-verità. Operación Masacre venne infatti pubblicato nel 1957, ben nove anni prima di A Sangue Freddo. Walsh racconta la storia di un gruppo di civili che – mentre seguivano un incontro di boxe in radio – fu giustiziato dalle forze armate golpiste antiperoniste. Un esempio di corruzione e volenza portato alla luce – con coraggio – proprio dallo scrittore e noto oggi come il massacro di José León Suárez.
L’avversario di Emmanuel Carrère
L’avversario di Emmanuel Carrère non ha pretese da apripista: risale al 2000 e racconta la storia (veramente assurda) di Jean-Claude Romand. Qui siamo nella Francia meridionale del 1993 e Romand – padre di famiglia affettuoso e mite – uccide la moglie e i due figli. Il giorno dopo assassina anche i suoi genitori. L’avversario nasce sia dalla ricostruzione degli omicidi che da una lunga corrispondenza tra l’assassino e lo scrittore, che presenziò anche alle udienze del processo. Romand – come poi si scoprì quasi immediatamente – aveva finto per diciassette anni di essere laurato in medicina e di lavorare all’OMS a Ginevra. In realtà, ogni giorno fingeva di andare a lavoro: una storia incredibile, raccontata da Carrère quasi con implacabilità.
La città dei vivi di Nicola Lagioia: uno dei più belli romanzi-verità italiani
Il romanzo-verità italiano più intenso e cupo che potete leggere è invece La città dei vivi di Nicola Lagioia. Edito da Einaudi nel 2020, il libro ricostruisce una storia di cronaca tristemente nota in Italia: l’omicidio di Luca Varani per mano di Marco Prato e Manuel Foffo. Una vicenda che Lagioia prova a sbogliare, mosso da un’oscura ossessione e anche dall’amore per Roma. È incredibile come ne La città dei vivi il contesto-socio culturale della nostra capitale si mescoli a un’analisi (non spietata, semmai comprensiva) dell’alienazione delle nuove generazioni. Immergendosi nell’abisso (per citare Nietzsche), Lagioia riesce in effetti a trovare quasi inconsapevolmente le risposte che cerca. E a regalarci uno dei romanzi italiani più belli degli ultimi anni.
Il canto del boia – Norman Mailer
Infine, non possiamo non consigliare le opere dello scrittore statunitense Norman Mailer, vincitore del Premio Pulitzer nel 1969. Nel 1979, Mailer pubblicò Il canto del boia (The Executioner’s Song), racconto della pena capitale subita da Gary Gilmore. Accusato di duplice omicidio, GIlmore fu il primo cittadino americano ad esser giustiziato dopo un decennio di sospensione nello stato dello Utah. Incredibilmente, non si oppose alla sentenza. Al contrario, cercò di anticiparla. Il libro vinse nel 1980 il Premio Pulitzer per la narrativa.
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