Ospiti a Lucca Comics And Games, Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso raccontano il graphic novel ‘(I Wanna Live Like) Common People’.
Velocità supersonica, teletrasporto, telepatia e chi più ne ha più ne metta. In una società in cui chiunque può ottenere superpoteri grazie a un potentissimo chip, che fine fanno coloro che restano “normali”? E chi davvero trae profitto da un mondo popolato da super esseri? È questo lo scenario che esplorano Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso nel loro ultimo graphic novel (I Wanna Live Like) Common People (Panini Comics) presentato al Lucca Comics & Games 2024.
Il duo del graphic journalism italiano rielabora il concetto di supereroe con una prospettiva inedita, fondendo satira sociale e politica, grottesco e avventura. Il tutto arricchito dai colori di Francesco Segala e dalle chine di Fabio Franchi, che danno vita a un universo visivo tanto vibrante quanto inquietante.
“Il fumetto dei supereroi – spiega l’autore Marco Rizzo – ha saputo spesso raccontare la nostra contemporaneità. Oggi tutti abbiamo un superpotere, il cellulare. Tutti possiamo essere connessi col mondo, fare calcoli rapidissimi o scoprire qual è la capitale del Mali. Abbiamo pensato che, in un domani, come teorizza Elon Musk, un chip potrebbe darci dei poteri. Un’ispirazione, quindi, che viene dall’attualità come spesso facciamo nelle nostre opere. Infatti, pur parlando d’altro, proviamo a parlare della nostra società”.
Aggiunge, a seguire, Lelio Bonaccorso che “l’idea di immaginare un mondo dove tutti sono dei super (per cui nessuno è super) dimostra il fatto che le disuguaglianze sociali non si annullano aumentando la performance o il rendimento lavorativo. Serve fare un tipo di lavoro più empatico sulla società ed è ciò che questo fumetto vuole evidenziare fortemente”.
“L’ispirazione di Common People è arrivata proprio dall’uso e abuso dei cellulari”, prosegue Rizzo. “Man mano che scrivevo questa storia, nell’arco di 4 quattro anni, anche guardando le notizie che arrivavano dagli Stati Uniti che è il nostro setting, mi sono accorto che c’erano molti altri temi che si inserivano. È il caso della proliferazione delle armi per cui questi superpoteri possono essere anche pericolosi. E in un mondo come il nostro, dove già esistono abusi anche da parte della polizia, questi possono diventare più pericolosi e più letali. Spero che il lettore si accorga di quante tematiche sono inserite in questo libro, che critica la società in cui viviamo e un sistema capitalista che ci pressa per essere super anche quando non lo siamo”.
LEGGI ANCHE: — Kyoutarou Azuma e i mondi di ‘Versus’ e ‘Tenkaichi’
Entrando, poi, meglio nella storia, l’autore racconta che “la storia dei Jill è la storia di molte ragazze nere americane – ma il tema non vale solo per gli Stati Uniti – che vivono ai margini della società, in periferia e non hanno le opportunità per costruirsi un futuro. È un personaggio arrabbiato col mondo e la sua reazione è rifiutare questa società con il suo chip. Proprio nel rifiuto dei superpoteri forse sta la chiave del riscoprire la vera umanità”. “Jill è l’essere umano per eccellenza, che rifiuta l’iper produttività della macchina”, prosegue Bonaccorso. “Ha un aspetto empatico di rabbia giusta e credo che il lettore ci si identifichi molto perché lo stress in cui viviamo ogni giorno è una cosa che percepiamo tutti”.
“È un po’ inquietante vedere come l’iper-tecnologia sia una grave minaccia per l’umanità. Questo fumetto vuole essere, quindi, anche una sorta di grido d’allarme rispetto a determinate derive dittatoriali sulla vita di ciascuno di noi”, conclude Bonaccorso. “La domanda che ci dobbiamo porre è se questa ondata potrà essere frenata”, con la speranza che il futuro possa smentire l’immaginazione.
Cover da Ufficio Stampa