La definitiva espansione della casa editrice 21lettere la vede approdare nel mondo dei fumetti. «Senza superare la pubblicazione di sei fumetti all’anno» precisa subito la casa editrice e «fedele all’impegno dichiarato sul sito», vale a dire quello di dare sempre la priorità alla qualità delle pubblicazioni.
L’espansione fumettistica non poteva dunque non iniziare da Jean-Jacques Sempé e dal suo Sincere Amicizie. Il celebre illustratore francese non ha di certo bisogno di presentazioni, soprattutto per gli amanti del genere. Per i meno avvezzi, basti sapere che con Sempé – nato a Bordeaux nel 1932 – ci troviamo nell’Olimpo dei fumettisti francesi. Celebre soprattutto per le illustrazioni dei libri per bambini della serie Le petit Nicolas, Sempé appartiene in realtà ad una generazione iconica per il mondo illustrato: disegnatore umoristico per la stampa, la carriera dell’illustratore decolla negli anni ’50 con le pubblicazioni regolari su Paris-Match, New York Times, New Yorker e altri.
Il volume con cui 21lettere ha deciso di dare il via alla linea dei fumetti esce in Francia nel 2015 ed è una lunga riflessione – tra parole e immagini – sull’amicizia. Un tema messo spesso in secondo piano rispetto a sentimenti più mainstream, ma a cui Sempé ha in realtà dedicato gran parte della propria produzione. A partire proprio da Le Petit Nicolas, ma vale la pena citare anche Raoul Taburin (une bicyclette à propos de son père) e Marcelin Caillou, tra i tanti.
Le Sincere Amicizie per Jean-Jacques Sempé
In questo volume – che cronologicamente segue una pubblicazione sull’America (Sempé à New York, 2010) e una sull’infanzia (Enfances, 2011) – le illustrazioni dell’autore vengono accompagnate da una lunga conversazione sul tema in compagnia dell’amico Marc Lecarpentier. Giornalista pungente, Lecarpentier (non per la prima volta accanto a Sempé nelle pubblicazioni) rivolge all’amico brucianti e numerose domande sul senso dell’amicizia.
«Niente è facile in amicizia. Ci vogliono discrezione, pudore, fedeltà. Sincere amicizie, è un pleonasmo o un ossimoro?».
«Credo che sia come il sentimento amoroso: arriva, si pone su di noi, poi bisogna sbrigarsi perché ci sono dei compiti, degli impegni, un rituale… Penso a una frase di Simone de Beauvoir riferita a Sartre: – Perché è così tra di noi? Perché so che se ci diamo appuntamento il 17 luglio alle 6:45 ai piedi dell’Acropoli, ci saremo tutti e due! – L’amicizia è un patto che può essere non formulato, come un accordo che esiste tra due esseri e che non è enunciato».
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Tradotto da Dylan Rocknroll, Sincere Amicizie contiene dunque vignette (in maggior parte inedite) che raccontano il punto di vista di Sempé sull’amicizia. Che finisce per essere poi il racconto della vita iconica dello stesso illustratore, che di amicizie ne ha vissute tante, soprattutto con illustratori che – come lui – hanno cambiato la storia dei fumetti in Francia. In queste pagine, Sempé racconta ad esempio della formale amicizia con Raymond Savignac (uno dei principali cartellonisti pubblicitari francesi della seconda metà del ‘900) o quella con Jean-Maurice Bosc, morto suicida nel 1973. Ma anche quella con il violoncellista Maurice Baquet o l’amicizia – per forza di cosa unilaterale – con Claude Debussy, tra ammirazione e senso di condivisione.
L’importanza dei silenzi
C’è dunque un pezzo importante di storia in Sincere Amicizie, ma anche una verace disamina di cosa sia poi, in fondo, effettivamente l’amicizia.
Spesso si scrive sull’amore, tutti pretendono di darvi un significato. Ma assai poco sull’amicizia, che è comunque un sentimento elevato e profondo, forse spesso anche più dell’amore, ma molto più fragile. In amicizia ci sono equilibri più delicati e difficili da mantenere.
Tra senso del rispetto e giuste distanze, Sempé – incalzato da Lecarpentier – spiega le proprie vignette e le proprie storie, cercando di illustrarci (è proprio il caso di dirlo) il motivo per cui l’amicizia sia sempre stata centrale nei suoi disegni. E anche cosa sia, in fondo, questo sentimento dalle mille sfaccettature: amore incondizionato, fratellanza, sostegno.
Ma anche silenzi più che parole. «Oggi le relazioni umane sono degli scambi carichi di inquietudine che cerca di essere rassicurata» dice infatti Sempé in queste pagine. La fuga «da questa brutalità» sta nella capacità di saper stare insieme a prescindere dalla cura alla nostra solitudine. E a prescindere, soprattutto, dalle convenzioni sociali.